Papa in Ungheria: ai giovani, “Dio non vuole condannare, ma perdonare”, “non si diventa grandi scavalcando gli altri”

“Dio non vuole condannare, ma perdonare. Dio perdona sempre, è pronto a rialzarci ad ogni nostra caduta!”. Ad assicurarlo agli oltre 10 mila giovani che lo hanno accolto con cori e applausi nel Palazzetto dello Sport di Budapest è stato il Papa, giunto a bordo di un’auto elettrica scoperta, poi sostituita dalla sedie a rotelle che lo ha condotto verso il palco da cui pronuncerà il suo discorso. “Con lui non dobbiamo mai avere paura di camminare e andare avanti nella vita”, ha garantito Francesco: “Non fa prediche, ma fa la strada insieme a ognuno di noi: non vuole che i suoi discepoli siano scolari che ripetono una lezione, ma giovani liberi e in cammino, compagni di strada di un Dio che ascolta i loro bisogni ed è attento ai loro sogni”. “Non si diventa grandi scavalcando gli altri, ma abbassandosi verso gli altri; non a discapito degli altri, ma servendo gli altri”, il monito del Papa: “Gesù è felice che raggiungiamo grandi traguardi. Non ci vuole pigri e poltroni, non ci vuole zitti e timidi, ci vuole vivi, attivi, protagonisti della storia. E non svaluta mai le nostre aspettative ma, al contrario, alza l’asticella dei nostri desideri”. “Le risposte confezionate non fanno felici”, ha aggiunto a braccio: “Anche io vi faccio una domanda: che cosa cercate nella vita? che cosa cercate nel vostro cuore? In silenzio ognuno risponda dentro di sé: che cosa cerco io?”.

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