Ognissanti: mons. Tisi (Trento), “nelle beatitudini le fonti della vita e l’antidoto alla morte”

“Dio è una virgola, non un punto. Ama fare e ricevere domande”. Sono le parole con le quali l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, ha aperto ieri l’omelia nella solennità di Ognissanti, sul cimitero di Trento. “Il terreno del morire, da sempre, è fecondo di domande”, ha notato l’arcivescovo, distinguendo tra le domande originate da una “riflessione astratta attorno alla morte” oppure dall’”esperienza del morire delle persone che ti hanno amato e che hai amato”.
Mons. Tisi ha provato a filtrare l’attualità – il “sangue versato di tanti innocenti, la morte inferta con inaudita crudeltà” – alla luce della Parola di Dio e in particolare del testo dell’Apocalisse, per giungere infine a sottolineare come “Dio, amante della virgola, è irriducibile nel rilanciare continuamente la speranza, facendo nascere ogni giorno uomini e donne che alla logica del dare la morte sostituiscono il regalare la propria vita”. “Proprio in queste ore drammatiche – ha aggiunto il presule – , mentre l’umanità da un lato registra incredibili sviluppi nella tecnologia e prospetta scenari di grande cambiamento, dall’altra, tragicamente, rischia di cancellare se stessa con l’indebolimento del sistema democratico, il ritorno tragico dei nazionalismi, il ricorso sistematico alla forza e alle armi. A questa umanità si rivolge oggi l’Uomo delle Beatitudini che regala a ogni uomo e ogni donna le fonti della vita, l’antidoto alla morte e alla dissoluzione dell’umanità” attraverso la “riscoperta – ha concluso Tisi – del grazie”, la “via della pace, del dialogo e della mitezza”.

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