Ucraina: don Ladnyuk (salesiano di Dnipro), “preghiere ieri in tutte le chiese della città per morti e feriti. Difficile trovare persone ancora vive sotto le macerie. Fa troppo freddo”

“In tutte le chiese della città di Dnipro, cattoliche di rito latino e greco-cattoliche ma anche ortodosse, si è pregato ieri nelle liturgie della domenica per i morti, per i feriti. Per tutte le famiglie e le persone colpite”. Città in lutto e “psicologicamente scossa dove si contano e si cercano ancora morti sotto le macerie” ma non piegata “né alla disperazione né alla rassegnazione”. A raccontarlo al Sir è don Oleh Ladnyuk, salesiano di Dnipro, la città colpita sabato scorso da un missile russo che ha preso di mira un condominio. È salito intanto ad almeno 35 il bilancio dei morti. Tra loro ci sono due bambini. Secondo le autorità locali, 39 persone sono state salvate e 75 sono state ferite. Tra i feriti si contano 14 bambini. Nella notte, i soccorritori hanno continuato ad estrarre diversi altri corpi dalle macerie. “Nessuno si aspettata un attacco così grande su un obiettivo civile. Era una giornata di festa e la gente stava a casa. Per questo il missile ha fatto così tanti morti”, racconta il sacerdote. “I soccorritori stanno ancora scavando. Hanno trovato, secondo me, solo il 50 per cento delle persone disperse e temo che troveremo ancora morti sotto le macerie. Non sappiamo cioè se si può salvare ancora qualcuno con questo freddo che abbiamo”. “La gente psicologicamente è scossa ma non c’è né disperazione né rassegnazione”, aggiunge il salesiano. “Solo una grande determinazione ad andare avanti. Ogni giorno suonano gli allarmi. Ogni giorno viviamo sotto la minaccia di un attacco missilistico. Le persone qui sono abituate a vivere così ma al tempo stesso siamo sempre più convinti che si deve continuare a combattere per la nostra libertà. O si combatte o l’alternativa è la distruzione del nostro Paese”. Don Oleh ricorda che dopo l’attacco, è andata via la luce e la città è piombata nel buio. Nella zona dove è arrivato il missile manca anche l’acqua.  Ma la città ha reagito subito. “Anche la nostra parrocchia cattolica di Pocrova ha subito portato sul posto aiuti, insieme ad altre organizzazioni, soprattutto coperte. La Caritas di Dnipro si è attivata subito ma la città è organizzata per rispondere in caso di attacco e ogni scuola è pronta ad accogliere la gente con stanze e letti dove poter passare la notte ma anche cibo, acqua e vestiti caldi. Ma non si sono riempite visto che molti in città hanno fatto sapere su Intenet e nelle chat di poter mettere a disposizione stanze e case per accogliere le persone colpite. Ci siamo ritrovati più uniti, dopo questo attacco”, commenta il salesiano. “La macchina della solidarietà è partita immediatamente”.

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