Intelligenza artificiale: Zamagni (economista), “si vuole tendere all’artificializzazione dell’uomo”

“Ciò verso cui si vuole tendere è l’artificializzazione dell’uomo e, al tempo stesso, l’antropomorfizzazione della macchina”. Lo scrive l’economista Stefano Zamagni nel suo articolo sull’intelligenza artificiale, pubblicato da Vita pastorale. “Il dibattito etico sull’Intelligenza artificiale (IA) risale agli anni Sessanta, ma è solo in tempi recenti che si sono andati definendo i problemi della delega e quelli della responsabilità da attribuire alla IA”.
Zamagli riflette sulle conseguenze delle “previsioni degli algoritmi predittivi, cui affidiamo sempre maggiori responsabilità”. “È vero che le nuove macchine sono in grado di apprendere continuamente dalla realtà, modificando i propri comportamenti (machine learning). Ma l’algoritmo è ‘allenato’ su dati storici che quasi mai riflettono la situazione corrente, col rischio di generare distorsioni e/o discriminazioni. È così che si diventa ostaggi di profezie che si autoavverano, limitando la nostra libertà di azione. Ma v’è di più – osserva –. Si tende oggi a dimenticare che la più parte dei sistemi di IA sono proprietà di aziende private che vogliono farci credere e, quindi, farci fare cose nel loro esclusivo interesse”. Quindi, l’attenzione si volge al transumanesimo, che si propone il superamento di ciò che è umano. Zamagni lo considera “una sfida di estrema radicalità”. “Esso è all’opera in gran parte delle agende di ricerca nei campi più avanzati del sapere. Il transumanesimo si propone l’alterazione della condizione umana attraverso la ragione e la tecnologia, per aiutare l’umanità a entrare in una fase caratterizzata non più dalla selezione naturale, ma dalla selezione intenzionale”. Di qui l’urgenza di “lanciare un progetto neo-umanista che ponga al centro la persona”. “Di fronte a questo scenario la teologia cattolica che cos’ha da dire? – si chiede Zamagni –. In tutta onestà, non possiamo non riconoscere un preoccupante ritardo nell’elaborazione di un progetto neo-umanista capace di porsi come alternativa credibile all’avanzamento del transumanesimo (e del post-umano)”.

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