Ucraina: Acli Roma, giovedì inaugurazione di uno Sportello di esigibilità dei diritti per profughi presso la basilica minore di Santa Sofia

foto SIR/Marco Calvarese

Giovedì 7 luglio, alle ore 17, le Acli di Roma inaugureranno uno Sportello di esigibilità dei diritti e Segretariato sociale presso la basilica minore di Santa Sofia (in via di Boccea 478), la chiesa nazionale degli ucraini a Roma.
Lo sportello sarà attivo ogni giovedì con la presenza di operatori specializzati del Patronato Acli di Roma e di un’operatrice del Patronato Acli di Leopoli, che in seguito alla guerra si è trasferita in Italia. Sarà in questo modo garantita una consulenza professionale, qualificata ma anche empatica e coinvolta in prima persona nelle problematiche legate a questa difficile situazione, che possa garantire un filo continuo con le pratiche burocratiche tra Italia e Ucraina.
Le Acli di Roma fin dall’inizio della guerra in Ucraina hanno messo in campo diverse azioni in collaborazione con il Patronato Acli e l’intero sistema Acli, entrando subito nella task force del Comune di Roma, in rete con Municipi e altre associazioni, e organizzando consegne di pacchi di generi alimentari, medicinali e vestiario a diversi enti e associazioni, tra cui Associazione S. Sofia, Associazione Salvamamme, Associazione cristiana ucraini, oltre che alle famiglie di nazionalità ucraina assistite direttamente dalle Acli. Fondamentale è stata perciò la presenza degli operatori del Patronato Acli di nazionalità moldava e ucraina, che hanno permesso di decodificare le diverse richieste ed hanno supportato nel disbrigo delle pratiche burocratiche legate agli status di rifugiati.
L’apertura di questo sportello è nata grazie alla collaborazione con don Marco Yaroslav Semehen, rettore della basilica minore di Santa Sofia.
“Un ulteriore tassello – commenta Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma – che va ad aggiungersi all’impegno che abbiamo messo in campo dall’inizio di questa atroce guerra, per essere accanto a chi da un giorno all’altro ha perso tutto e si è dovuto trasferire in un nuovo Paese, perdendo ogni riferimento. In questi mesi al fianco dei profughi ucraini abbiamo ulteriormente sperimentato l’importanza del lavoro in rete che grazie alla quale abbiamo accolto queste persone in un grande abbraccio comunitario e globale che non solo ci ha consentito di prenderci cura di loro, ma anche della nostra città, delle sue sinergie e dei suoi processi. Un vero e proprio esempio di buona politica. Grazie alla grande competenza del nostro Patronato vogliamo contribuire a fare la nostra parte per aiutare tante persone a superare difficoltà che al momento possono sembrare insormontabili. Un ringraziamento alla basilica di Santa Sofia che fin da subito si è dimostrata molto aperta alla collaborazione e al Municipio Roma XIII e al Comune di Roma che ci hanno sempre fatto sentire concretamente la loro vicinanza e il loro aiuto”.

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