Colombia: i genitori di Mario Paciolla denunciano due funzionari Onu e quattro agenti di polizia

(Foto: Archivio)

A due anni dalla morte del cooperante italiano Mario Paciolla in Colombia, a San Vicente del Caguán, i genitori del giovane, Anna Motta e Giuseppe Paciolla, hanno intrapreso la via giudiziaria denunciando violazione di domicilio privato, furto di documenti, occultamento delle prove. Infatti, i genitori hanno presentato venerdì, a Bogotá, denuncia al Procuratore generale della Nazione, Francisco Barbosa Delgado, contro due funzionari dell’Onu, Christian Thompson e Juan Vásquez (il ruolo da chiarire del primo dei due era stato messo in evidenza dal Sir un anno fa, il 15 luglio 2021), e quattro agenti di polizia. “La denuncia – spiega dalla capitale colombiana Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in Colombia – è sostenuta dall’Associazione Rete dei difensori dei diritti umani della Colombia, la stessa che difende la Comunità di pace di San José de Apartado, e riguarda le ipotesi di ‘alterazione della scena (della morte) e ostruzione della giustizia’”.
La notizia è stata data dalla giornalista freelance Julieta Claudia Duque che conosceva bene Mario Paciolla e fin da subito ha contribuito a tenere desta l’attenzione sulla morte di Paciolla, inizialmente attribuita a suicidio. Tesi apparsa, fin da subito, fragilissima e inverosimile.
Prosegue Morsolin: “È preoccupante, però, che il muro di gomma e l’insabbiamento sul caso Paciolla condizioni anche il principale quotidiano nazionale, El Tiempo, che ha pubblicato solo on-line la clamorosa notizia, con riferimenti del testo originale della denuncia, ma non nell’edizione cartacea, di fatto compromettendo l’effetto mediatico di questa coraggiosa denuncia dei genitori di Mario. La notizia, infatti, non è stata rilanciata da altre emittenti, radio o giornali nazionali”.
Queste 15 pagine di denuncia non si limitano ai funzionari delle Nazioni Unite ma anche segnalano la complicità di 4 agenti di polizia: Carlos Alberto Cerón, Yomer José Velandia Casallas, Cristian David Giraldo López y Jesús Alberto Rada Gutiérrez.
Quando il corpo di Paciolla viene ritrovato, afferma il padre nell’articolo, nell’appartamento che “mio figlio pagava a sue spese, non era in dotazione dell’Onu”, succede che il funzionario Onu Thompson “tiene le chiavi della casa in suo possesso, mantiene il controllo dell’accesso alla casa, e lo fa fino a tre giorni dopo, nonostante gli fosse stato chiesto di lasciare il luogo”. Lì ci sono oggetti con campioni biologici che Thompson fotografa, ma che non vengono acquisiti nel modo appropriato dai quattro poliziotti sul posto. Poi, “il materasso e altri oggetti con liquido che sembrava sangue sono stati trasferiti in un veicolo ufficiale Onu fino a una discarica, dove sono stati fatti sparire di nascosto”. Oltre alle sparizioni, secondo la denuncia c’è l’opera di repulisti: Thompson avrebbe, infatti, secondo la denuncia “ripulito” la casa di Mario. Si rafforzano, dunque, gli interrogativi che devono trovare risposta.

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