Vacanze: mons. Spina (Ancona-Osimo), “mai come in questo tempo va recuperata la dimensione contemplativa dell’esistenza”

“La vacanza non è una sorta di pagina bianca da riempire con la stessa frenesia del resto dell’anno. La vacanza richiede tempo e calma. É necessario sostare durante un viaggio davanti a un paesaggio per ammirare e contemplare, prima di fare una foto con il cellulare. Stare più a lungo di fronte a una tela di un museo o avvolti nel raccoglimento di una cattedrale, inseguire la trama di un libro, ascoltare buona musica o persino il silenzio”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Angelo Spina, nell’editoriale “Vacanze, tempo da non buttare via” pubblicato sull’ultimo numero del settimanale diocesano “Presenza”.
“Le restrizioni a causa della pandemia hanno aumentato le attese di un tempo di vacanza, si sente il bisogno di uscire, di incontrarsi, di vivere all’aperto. Si avverte ancor più per chi è sottoposto a ritmi di lavori stressanti”, osserva l’arcivescovo, ricordando che l’uomo “ha bisogno non solo di far riposare il corpo, la mente, ma di nutrirsi di incontri e di contemplare la bellezza che lo circonda, quella della natura, delle relazioni umane, dell’arte”.
Mons. Spina invita a “fermarsi” e “contemplare”. Questa, spiega, “è la diga che fa risalire l’acqua nel bacino e permette agli uomini di accumulare di nuovo l’energia interiore di cui l’attivismo li ha privati”. “In quel silenzio, che elimina l’eccesso dei decibel, dell’urlato, della chiacchiera, si può praticare una specie di dieta dell’anima, che ritorna capace di pregare”, aggiunge, sottolineando che “le vacanze allora ci portano a godere lo spettacolo del mare, lo spettacolo dei prati, dei boschi, delle vette protese verso il cielo, da cui sale spontaneo nell’animo il desiderio di lodare Dio per le meraviglie delle sue opere e la nostra ammirazione per queste bellezze naturali si trasforma facilmente in preghiera e ci si sente rigenerati e riappacificati”. L’arcivescovo rileva poi come durante le vacanze “sarebbe bello aprire il libro della Bibbia per risvegliare il sonno della ragione e ricevere luce per i passi nel cammino della vita”. E che questo tempo offre la possibilità di “rinsaldare amicizie e vicinanza con parenti o persone conoscenti. Anche con quelle persone che non vediamo da tempo e può essere un anziano, un malato isolato dal caldo soffocante di un condominio senza che nessuno si ricordi di lui”. “Mai come in questo tempo – conclude – va recuperata la dimensione contemplativa dell’esistenza, per accorgerci nel qui e ora quanto è prezioso ogni momento vissuto con amore e come dono”.

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