Ecumenismo: rev. Jerry Pillay è il nuovo segretario generale del Wcc. Su partecipazione della Chiesa ortodossa russa, “continuare il dialogo è la nostra prima opzione”

Rev. Jerry Pillay, segretario generale Wcc

È il rev. Jerry Pillay il nuovo segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc). Ad eleggerlo è stato il Comitato centrale dell’organismo ecumenico che si sta riunendo per la prima volta in presenza dal 2018, dal 15 al 18 giugno, nella sede di Ginevra. Pillay – si legge in una nota del Wcc – è l’ottavo segretario generale nella storia da quando il Consiglio mondiale delle Chiese è stato fondato nel 1948. È attualmente preside della Facoltà di Teologia e Religione all’Università di Pretoria ed è membro della Uniting Presbyterian Church in Sud Africa e viene dal Sud Africa. Sostituirà il segretario generale uscente rev. Ioan Sauca, che ha ricoperto tale incarico dall’aprile 2020, quando il precedente segretario generale, rev. Olav Fykse Tveit, è stato nominato vescovo presidente della Chiesa di Norvegia. Pillay assumerà l’incarico il 1° gennaio 2023. In una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Ginevra preso la sede del Wcc, i giornalisti hanno chiesto al rev. Pillay la sua opinione rispetto alla questione della Chiesa ortodossa russa e della sua partecipazione o non partecipazione e sospensione dall’organismo ecumenico. “Credo – ha risposto il nuovo segretario generale – che nell’affrontare queste questioni, come Wcc dobbiamo essere centrati sul punto di vista delle Vhiese e non della politica. Riguardo a questa particolar questione, penso che il Wcc abbia preso la decisione giusta, quella cioè di non sospendere ma di essere impegnati nel dialogo. Dobbiamo continuare un dialogo che sia fruttuoso, cercare di capire il punto di vista della Chiesa ortodossa russa e continuare con loro a camminare affrontando insieme questioni che sono molto critiche ma importanti. Sono quindi a favore della decisione che è stato presa. Penso che il Wcc abbiamo preso la strada giusta, decidendo di impegnarsi nel dialogo. Rispondere alle situazioni ma allo stesso tempo, continuare il dialogo è la nostra prima opzione”.

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