Corpus Domini: mons. Salvi (amm. diocesano Perugia), “alimento spirituale che ci sostiene nelle vicissitudini, tra le ombre notturne che sembrano avvolgere il mondo”

“Chi non ha mai sperimentato nella propria vita l’incombere della notte, l’incertezza della speranza posta sulle cose umane? È in questi momenti che Cristo si fa presente per darci come sostentamento il suo Corpo offerto in sacrificio. Grazie a questo sacrificio sappiamo che abbiamo già ottenuto la riconciliazione con il Padre”. Così il vescovo e amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve, mons. Marco Salvi, nell’omelia della solennità del Corpus Domini celebrata ieri sera nella concattedrale di Città della Pieve. A seguire si è tenuta la processione del Santissimo Sacramento per le vie del centro storico della cittadina umbra che ha dato i natali al grande maestro del Rinascimento italiano, Pietro Vannucci, il Perugino, del quale ricorre il prossimo anno il quinto centenario della morte (1523-2023).
Sul significato dell’appartenenza alla “famiglia di Dio”, chiamata a concretizzare il messaggio di salvezza rivelato dal Corpo e dal Sangue di Cristo, si è soffermato mons. Salvi. “È questo l’alimento spirituale che ci sostiene nelle vicissitudini della vita, tra le ombre notturne che sembrano avvolgere il mondo intero. Mai come in questo momento (il riferimento è alla guerra in Ucraina, n.d.r.) sembra che le tenebre prendano il sopravvento su tutta la vita. Cristo Eucaristia si presenta come il grande amico, che sta sempre, incondizionatamente accanto a noi e ci offre continuamente il suo amore. L’Eucaristia è questo amore continuo che ci viene offerto a ciascuno di noi. L’esperienza, per quello che mi compete, dimostra che nel mezzo delle pene più grandi ciò che sostiene la fede di coloro che soffrono, è l’Eucaristia. È la possibilità di partecipare allo stesso sacrificio di Cristo e di alimentarsi con la stessa sua Comunione”. “Quando ero parroco – ha concluso –, quante volte andando a trovare gli ammalati, l’Eucaristia diventava il sostegno della loro vita, un atto di ringraziamento continuo”.

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