Papa Francesco: udienza, “tentazione di una pace falsa, basata sul potere, è un inganno che si ripete nella storia”

Foto Calvarese/SIR

“Ecco l’inganno che si ripete nella storia, la tentazione di una pace falsa, basata sul potere, che poi conduce all’odio e al tradimento di Dio. E ha tanta amarezza nell’anima”. Così il Papa ha commentato “un grande racconto di Dostoevskij”, la Leggenda del Grande Inquisitore, definita “sempre attuale”. Alla fine de I fratelli Karamazov, ha ricordato infatti Francesco nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla Pasqua, “si narra di Gesù che, dopo vari secoli, torna sulla Terra. Subito è accolto dalla folla festante, che lo riconosce e lo acclama: ‘Ah sei tornato, vieni con noi!’. Ma poi viene arrestato dall’Inquisitore, che rappresenta la logica mondana. Questi lo interroga e lo critica ferocemente. Il motivo finale del rimprovero è che Cristo, pur potendo, non ha mai voluto diventare Cesare, il più grande re di questo mondo, preferendo lasciare libero l’uomo anziché soggiogarlo e risolverne i problemi con la forza. Avrebbe potuto stabilire la pace nel mondo, piegando il cuore libero ma precario dell’uomo in forza di un potere superiore, ma non ha voluto, ha rispettato la nostra libertà”. “Tu – dice l’Inquisitore a Gesù –, accettando il mondo e la porpora dei Cesari, avresti fondato il regno universale e dato la pace universale”, la citazione del Papa: “e con sentenza sferzante conclude: ‘Se c’è qualcuno che ha meritato più di tutti il nostro rogo, sei proprio Tu’. Alla fine, l’Inquisitore vorrebbe che Gesù ‘gli dicesse qualche cosa, magari anche qualche cosa di amaro, di terribile’. Ma Cristo reagisce con un gesto dolce e concreto: ‘gli si avvicina in silenzio, e lo bacia dolcemente sulle vecchie labbra esangui’”.

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