Ucraina: diocesi Treviso, “‘disarmata vicinanza’ a cittadini ucraini”

“Impegniamoci in una ‘disarmata vicinanza’ alle cittadine e ai cittadini ucraini presenti nelle nostre case o negli altri luoghi di lavoro: possono nascere occasioni di prossimità concreta, informandoci su come stiano i loro cari in patria, e magari pregando assieme a loro”. Lo scrivono in una nota Ufficio Migrantes, Caritas diocesana, Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del Creato e Centro Missionario della diocesi di Treviso. “Impegniamoci a rilanciare l’appello di Papa Francesco per un momento più intenso di preghiera e di digiuno che invoca pace mercoledì 2 marzo, inizio del cammino di Quaresima, durante le celebrazioni per l’imposizione delle Ceneri – aggiunge la nota -. Proponiamo alle messe domenicali una intenzione di preghiera che ricordi questa situazione finché la pace non sia ripristinata, quasi un appuntamento settimanale per non dimenticare”.
La richiesta alle comunità cristiane è quella di “recitare il rosario o di inserire una preghiera per la pace in Ucraina alla Via Crucis i venerdì di Quaresima, aprendo le porte delle nostre chiese”. “Informiamoci per iniziative concrete di solidarietà, anche attraverso i canali della Caritas diocesana, per il sostegno di chi maggiormente patisce questa situazione. Chiediamo alle scuole di ogni ordine e grado di far riflettere bambine e bambini, ragazze e ragazzi sul valore della pace preparando messaggi, nella forma del disegno o di brevi frasi o pensieri, che i sindaci – dove hanno sedi le scuole – si impegnino a far arrivare ai presidenti di Ucraina e Russia, oltre che al presidente della Commissione europea”. Infine, la richiesta di continuare a “informarci, oltre la frenesia delle prime ore e la tentazione delle fake news, per capire più in profondità quanto va accadendo e le sue motivazioni, in Ucraina e in tanti altri luoghi di conflitto da anni presenti sul nostro pianeta. Solo così potremo decidere azioni e posizioni capaci di stare nella realtà in cui viviamo coerenti con il Vangelo che dentro questa stessa realtà oggi ci interpella, e farlo insieme”.

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