Israele: Egeland (Nrc), “risultati elettorali potrebbero significare ulteriore oppressione per i palestinesi”

“Il circolo vizioso di violenza nei Territori occupati palestinesi non si fermerà a meno che Israele non metta fine alla sua occupazione, ma i risultati elettorali di Israele prevedono un nuovo governo intento a governare permanentemente i palestinesi”: è quanto afferma oggi il segretario generale del Norwegian Refugee Council (Nrc), Jan Egeland, che si dice allarmato dall’aumento delle tensioni nei Territori palestinesi occupati “cui ho assistito in prima persona questa settimana”. Dal voto del 1° novembre, con l’85% delle schede scrutinate, a vincere sarebbe stata la coalizione di destra guidata da Benjamin Netanyahu, già premier in precedenti governi, con il suo partito Likud.
Per il segretario del Nrc “non c’è tregua per i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. Le loro speranze per un futuro normale diminuiscono ogni giorno, costretti a vivere sotto un’occupazione prolungata e repressiva. Abbiamo bisogno di un’azione internazionale determinata per garantire che ciò non si intensifichi ulteriormente”. “Israele, in quanto potenza occupante, ha la responsabilità del benessere dei palestinesi, ma invece distribuisce discriminazioni e oppressioni sistematiche e istituzionalizzate che lasciano i palestinesi espropriati e indigenti. La violenza dei coloni è in costante aumento, spesso nella totale impunità sotto la protezione delle forze israeliane”, afferma Egeland. “Israele e i suoi alleati negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo arabo continuano a spazzare via le sofferenze di milioni di palestinesi. Il nostro messaggio a Israele è chiaro – dice Egeland – ponete fine alla vostra ingiustificata occupazione del territorio palestinese. Come ogni trasgressore dei diritti umani e del diritto internazionale, Israele deve essere ritenuto responsabile dei suoi atti. Senza giustizia non ci può essere soluzione”. Le elezioni israeliane di ieri 1° novembre, ricorda il segretario del Nrc, “sono arrivate tra le recenti ondate di violenza. A Gaza, che è sotto l’assedio israeliano da 15 anni, almeno 48 palestinesi sono stati uccisi nel corso di tre giorni di escalation di ostilità tra le forze israeliane e la Jihad islamica palestinese (Pij) ad agosto. Nella Cisgiordania occupata, 118 palestinesi sono stati uccisi da quando l’esercito israeliano ha lanciato la sua nuova operazione il 31 marzo, inclusi 29 bambini di età inferiore ai 18 anni. Questo numero indica che il 2022 sarà l’anno più mortale mai registrato per i palestinesi in Cisgiordania. Le autorità israeliane hanno anche demolito 697 strutture in Cisgiordania nei primi 10 mesi del 2022, comprese case, infrastrutture civili e strutture agricole. Ciò significa che si prevede che il 2022 corrisponda al massimo quinquennale di demolizioni dello scorso anno. Questi atti – denuncia Egeland – costituiscono violazioni del diritto internazionale”. “Nrc – conclude il segretario generale – esorta il governo israeliano a revocare le sue restrizioni alla circolazione di persone e merci in linea con gli obblighi legali internazionali per consentire una ripresa e uno sviluppo economici sostenibili. La comunità internazionale deve spingere le autorità israeliane a cessare immediatamente il trasferimento forzato delle comunità nell’Area C, che continuano a essere testimoni di un uso eccessivo della forza, distruzione di proprietà e violenza dei coloni”. L’Nrc “incoraggia il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a dare priorità a una visita urgente e ad impegnare le parti, in primo luogo Israele, potenza occupante, per prevenire ulteriori perdite di vite umane, ulteriori sofferenze e lesioni a palestinesi e israeliani”. Attualmente, Nrc sta supportando oltre 4.000 famiglie con cause legali su demolizione, sgombero forzato e revoca della residenza. Questi rappresentano solo una parte del numero crescente di casi “mentre le autorità israeliane continuano con le loro pratiche illegali”. Impegno che “non è né sufficiente né sostenibile se Israele continuerà la sua brutale occupazione”.

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