Commemorazione defunti: mons. Marcianò (Omi), “donando la vita sono diventati semi di pace”

(Foto: Omi)

“La morte non può non deludere, contraria com’è al germe di vita e di eternità di cui la natura umana è impregnata. Siamo fatti per il Cielo: ecco il motivo della delusione dinanzi alla violenza interpersonale, sociale, politica; alla guerra che bussa minacciosa proprio quando ricordiamo il sacrificio di tanti nostri fratelli militari, morti anche in guerre che sembravano ormai superate. Siamo fatti per il Cielo: ma ecco anche il motivo della nostra speranza”: lo ha detto l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, celebrando oggi, al sacrario militare del Verano, la messa in ricordo dei caduti. Erano presenti il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il comandante del Comando militare della Capitale, generale di Corpo d’Armata Rosario Castellano, e gli altri vertici delle diverse Forze armate. La speranza, ha spiegato l’arcivescovo castrense, “in certo senso, ‘vede’, oltre le cose e le persone, oltre il dolore e la morte. ‘Vede’ l’invisibile; vede il germe di eternità che è in noi e da quello ricomincia sempre: il germe della Risurrezione di Cristo, nostra speranza. E la Risurrezione non appartiene solo alla vita futura. È realtà”. Il pensiero di mons. Marcianò è andato “al rapporto tra la speranza e la pace, che oggi affligge il mondo e ci interpella particolarmente a essere, da militari, testimoni di speranza”. E ricordando il Concilio Vaticano II ha poi aggiunto: “Come la speranza, infatti, ‘la pace non è mai acquisita una volte per tutte ma si deve costruire continuamente’, promuovendo il ‘bene comune’ che, pur ‘regolato dalla legge eterna… è soggetto, per quanto riguarda le sue esigenze concrete, a continui cambiamenti’; soprattutto, assicurando ‘il bene delle persone’, ‘l’impegno di ritener sacra la loro dignità’, ‘la fratellanza’… frutti dell’amore del prossimo. È l’amore che dona speranza e ci rende testimoni di speranza. È per il loro amore che oggi ringraziamo i nostri cari defunti e i caduti che, per amore, hanno donato la vita, divenendo seme di pace”.

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