Ue: rafforzato il ruolo di Frontex per tutelare le frontiere di Albania, Serbia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina

La Commissione europea ha adottato una raccomandazione al Consiglio per autorizzare l’avvio dei negoziati per il potenziamento degli accordi sullo status dell’Agenzia europea per la sicurezza delle frontiere e delle coste (Frontex) tra l’Ue e l’Albania, la Serbia, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina. Lo comunica l’esecutivo europeo in una nota. Inoltre, la Commissione ha adottato anche un nuovo pacchetto di assistenza del valore di 39,2 milioni di euro nell’ambito dello strumento di assistenza di pre-adesione (Ipa III) per rafforzare la gestione delle frontiere nei Balcani occidentali. Questa settimana la presidente dell’Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, visiterà i Paesi partner dei Balcani occidentali. “Siamo impegnati a sostenere i nostri partner nei Balcani occidentali e a rafforzare la nostra cooperazione sulla gestione della migrazione in loco. Pertanto, proponiamo di negoziare accordi sullo status nell’ambito del nuovo quadro giuridico che consentirebbero il dispiegamento di Frontex in tutti e quattro i Paesi partner”, per “garantire che le loro frontiere continuino ad essere rispettate e protette in linea con le migliori pratiche europee”, ha dichiarato il commissario Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson. In base agli accordi sullo status attualmente in vigore tra Frontex e Albania, Serbia e Montenegro, “il dispiegamento delle forze permanenti può avvenire solo alle frontiere dei Paesi con l’Ue e senza esercitare poteri esecutivi”.
Secondo il nuovo quadro giuridico, “l’accordo sullo status consentirà, invece, alle forze di Frontex di essere presenti nei Paesi terzi e di esercitare i poteri esecutivi”. Mentre, il pacchetto di assistenza è destinato “alla gestione delle frontiere attraverso la fornitura di attrezzature specializzate”: sistemi di sorveglianza mobile, veicoli aerei senza pilota, dispositivi biometrici, formazione e sostegno per la creazione e l’operatività dei Centri nazionali di coordinamento. Il sostegno andrà anche alle strutture per la migrazione, incluse quelle di accoglienza e detenzione.

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