Giovanni XXIII e Francesco: Gonçalves Lind, “misericordia e realismo umano nel cammino verso la fraternità universale”

Un parallelismo tra due encicliche “simbolo” dei pontificati di Giovanni XXIII e di Francesco: Pacem in terris (1963) e Fratelli tutti (2020). A delinearlo è Andreas Gonçalves Lind, professore di Filosofia presso la Universidade Católica Portuguesa di Braga e presso il Centre Sèvres di Parigi, nel numero 4136 de La Civiltà Cattolica, in uscita domani ma anticipato come di consueto al Sir. “Entrambi i testi – annota – sono stati scritti in un mondo minacciato da crisi di varia natura, compresa la possibilità di una guerra tra blocchi ideologicamente separati in una polarità crescente”. Promuovendo “la cultura del dialogo e dell’incontro a scapito della cultura della violenza e della frammentazione”, prosegue, le due encicliche papali “convergono in questo umanesimo cristiano”. Per lo studioso, se papa Roncalli “fa appello ai princìpi della ‘solidarietà umana e dell’amore cristiano’”, le espressioni di “fraternità universale” e “amicizia sociale” di Francesco “fanno eco alla ‘solidarietà umana’ di cui parlava papa Giovanni e al sogno di una ‘vera comunità fraterna’, capace di riunire ‘tutti i popoli della terra’, a cui egli aspirava”. In ogni caso, “il principio che opera nella logica di Giovanni XXIII è molto simile a quello di Francesco. Si tratta di iniziare con gesti di misericordia il cammino verso la fraternità universale”. Papa Francesco – conclude Gonçalves Lind – condivide con Giovanni XXIII “questo realismo umano della prossimità affettiva e dell’autenticità di vita”.

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