Naufragio Costa Concordia: mons. Roncari (Pitigliano), “chiediamo speranza e pazienza per onorare la memoria di chi ci ha preceduti e per il nostro cuore”

“Dio ci faccia la grazia, attraverso questa Eucaristia, di saper chiedere speranza e pazienza; pazienza e speranza e di perseverare in esse. Per noi, per onorare la memoria di chi ci ha preceduti nel cammino della vita, e per il nostro cuore, affinché non sia “abitato” dallo sconforto, dalla disperazione, dalla disillusione”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Grosseto, mons. Giovanni Roncari, vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello, celebrando nella chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano a Giglio Porto, la messa solenne di suffragio per le vittime del naufragio della Costa Concordia nel quale 10 anni fa persero la vita 32 persone.
Nell’omelia, mons. Roncari ha sottolineato che “fare memoria di questi nostri fratelli e di quell’evento e farlo qui, in chiesa celebrando l’Eucaristia non è un’appendice, né un compito da dover assolvere”. “No”, ha proseguito, “al centro di questo momento c’è Cristo Signore, crocifisso, morto e risorto, che ha vinto la morte, ogni morte e che ci ha fatti per una vita che non abbia fine”. Commentando, poi, il passo della Lettera ai Romani tratta in cui l’apostolo Paolo insegna come una persona di fede può affrontare le tribolazioni della vita, il vescovo ha invitato all’esercizio della fortezza, virtù “di tutti gli uomini di buona volontà”. Ed ha evidenziato che “dobbiamo ben distinguere la speranza dal desiderio (andrà tutto bene…), dalla probabilità, da un augurio… atteggiamenti psicologici degni di rispetto, ma ancora lontani dalla speranza radicata nella fede in Cristo Signore”. “C’è un altro equivoco ancor più insidioso”, ha ammonito: “Quello che ci porta a confondere la speranza con l’illusione”. La “speranza cristiana”, ha spiegato, non è un “anestetico per sopportare la vita, per difendersi dai fallimenti, dai dolori e in definitiva dalla morte” ma “un volto e un nome: Gesù. La sua storia e la sua parola sono il fondamento della nostra speranza”. “La speranza cristiana – ha commentato – non cancella la tragedia, né il dolore che ne è scaturito, ma ci educa a guardare ben oltre il momento presente, per spingere in avanti il nostro cuore”. Mons. Roncari ha invitato a “tenere viva questa speranza. Ce n’è bisogno in questa circostanza; ce n’è bisogno in questo tempo. Per allenarci non c’è che un modo: camminare dietro a Cristo per imparare da Lui pazienza e speranza. La pazienza senza speranza, infatti, è dura rassegnazione a un destino contro il quale è inutile lottare. La speranza senza pazienza, cioè senza affrontare la vita con i suoi problemi e le sue sfide, è pura illusione”.

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