Polonia: invito dei vescovi all’ospitalità dei profughi. “L’indifferenza non è una caratteristica cristiana”

“I governi hanno diritto d’intraprendere delle azioni contro l’immigrazione illegale” ma hanno anche “il dovere di riconoscere le fondamentali differenze tra profughi che fuggono dai loro Paesi a causa delle persecuzioni politiche, religiose, etniche o guerre” e altri, che “cerchino di entrare in un Paese in modo illegale” o che “desiderino soltanto di migliorare la loro situazione economica”, si legge nel comunicato del Consiglio per migrazioni e pellegrinaggi dell’episcopato polacco. Il duro monito, firmato domenica 22 agosto dal presidente del Consiglio mons. Krzysztof Zadarko, è rivolto alle autorità politiche che negli ultimi giorni non avevano permesso a una quarantina di profughi provenienti dall’Afganistan, dall’Iraq e dalla Siria di varcare la frontiera esterna dell’Ue tra la Polonia e la Bielorussia, considerando tale loro tentativo “una provocazione di Minsk”. “L’indifferenza non è una caratteristica autenticamente cristiana” continua il comunicato che esprime l’auspicio affinché “i responsabili onorino appieno gli impegni internazionali nei confronti delle persone in cerca di aiuto, compreso il loro diritto a richiedere protezione internazionale”. Incoraggiando l’immaginazione della misericordia, i presuli polacchi invitano “tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente dalla loro fede, alla solidarietà con i profughi di guerra in arrivo in Polonia, così come con tutti i perseguitati e tutte le persone bisognose”. In questi ultimi giorni le autorità di Varsavia hanno fatto evacuare con un ponte aereo da Kabul circa 400 persone tra gli addetti dell’ambasciata polacca, giornalisti e collaboratori afgani.

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