Meeting Rimini: Mukhetdinov (Imam Russia), “non restare indifferenti alle sofferenze dell’umanità. Aprire moschee per aiutare vittime dei conflitti”

(Da Rimini) “Il Papa chiede ai leader religiosi di non essere dei funzionari della religione ma di parlare con il cuore, di volgere lo sguardo ai sofferenti, poveri, migranti e rifugiati”: lo ha detto l’imam Damir Mukhetdinov, primo vicepresidente del Consiglio religioso dei musulmani della Federazione Russa e segretario esecutivo del Forum internazionale musulmano, che ieri è intervenuto, in collegamento da Mosca, al Meeting di Rimini dove era in programma un incontro sull’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”. Con l’imam erano presenti anche il rabbino David Rosen, direttore internazionale degli affari interreligiosi del Comitato ebraico americano e direttore dell’Istituto Heilbrunn per l’intesa interreligiosa internazionale, il patriarca caldeo, card. Louis Raphaël I Sako e l’arcivescovo di Bologna, il card. Matteo Zuppi. L’imam si è detto molto colpito dalla lettura dell’enciclica al punto di tradurla in russo mentre era al capezzale della madre malata. “Non possiamo restare indifferenti alle sofferenze dell’umanità” ha aggiunto l’imam che ha anche proposto di “aprire le moschee per aiutare tutte le vittime dei conflitti, senza tenere conto di fede e nazionalità”.
Parlando della necessità del dialogo Mukhetdinov ha affermato che “se pensiamo che la salvezza sia possibile solo nella propria fede, allora il dialogo diventa difficile da costruire perché – ha spiegato tu parli con una persona che credi sia destinata all’inferno e dunque non cerchi altro che convertirla. Questo non è dialogo ma solo una politicizzazione della religione. Nell’enciclica ho trovato molta anima e le parole di una persona che davvero parla a nome di Dio”.
Per il card. Zuppi “la Fratelli tutti è la grammatica per imparare a parlarci da fratelli. La pandemia è l’opportunità di convincerci che non c’è futuro senza l’incontro con l’altro, perché non ci si salva da soli. Il fanatico è un bestemmiatore”. Tante le battaglie che le religioni possono fare in comune: “l’abolizione della pena di morte e la creazione di corridoi umanitari per portare in salvo le persone vittime dei conflitti”. Da Baghdad è intervenuto anche il card. Sako che ha ricordato la visita di Papa Francesco in Iraq mentre da Gerusalemme, il rabbino Rosen ha detto che “la responsabilità verso la comunità umana e verso la creazione deve indurci tutti, non solo le autorità, ad evitare lo spreco di risorse e lo scarto degli ultimi. Serve cambiare gli stili di vita”. A riguardo ha poi aggiunto: “il dialogo interreligioso è importante perché consente di approfondire la nostra fede, ci introduce ad un nuovo e vero livello di spiritualità che va al di là delle nostre identità. Avere umiltà ideologica e comprendere che non abbiamo tutte le risposte e che queste non possono essere trovate tutte nelle nostre tradizioni. Il dialogo interreligioso può essere lo strumento che consente a tutti di dimostrare l’amore per il prossimo e la creazione”.

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