Meeting Rimini: Sassoli (Parlamento Ue), “un’Italia rinnovata in un’Europa rinnovata”. L’impegno verso il popolo afgano

“La sfida che questo tempo ci pone è di vivere il crinale della storia abbandonando la logica emergenziale. È vero che siamo partiti da una emergenza, ma ora possiamo progettare la nuova Europa. E una Italia rinnovata in una Europa rinnovata”. Lo ha dichiarato David Sassoli nel corso di un dibattito ieri sera al Meeting di Rimini. “Abbiamo un governo a cui chiediamo stabilità. Questa, certo, è la premessa di tutto. Un governo che non è espressione di una formula politica tradizionale. Ma sarebbe sbagliato racchiudere la sua esperienza in uno stato d’eccezione temporalmente limitato. Se la partita più importante, quella decisiva, si gioca in Europa, è con l’Unione europea che vanno sincronizzati i tempi delle politiche nazionali”. Secondo Sassoli “l’interesse del Paese – che, nel nostro giudizio, coincide con il più autentico interesse europeo – è che il cambiamento dell’Europa si radichi, diventi strutturale, e molti degli strumenti adottati diventino permanenti. Ecco perché riteniamo che la missione del governo non possa esaurirsi nel completamento della vaccinazione e nell’avvio del Pnrr – impegni molto importanti – ma debba riguardare la stabilizzazione della svolta europea. La stabilità italiana è un progetto politico, non solo una condizione per affrontare una stagione difficile”.
“Se l’Europa rafforzerà le società e le comunità in termini di sviluppo e coesione, avrà più forza per affermare nel mondo i valori civili e democratici che sono parte della nostra stessa identità”. A questo punto il presidente del Parlamento Ue ha sottolineato: “È chiaro che la drammatica crisi afgana riguarda anche l’Europa. La sconfitta dell’Occidente mette in discussione la nostra identità nel contesto globale. Ma non possiamo diventare spettatori sconcertati e impotenti. L’indignazione diffusa tra noi, i timori legati alle scelte dei nuovi governanti, le coscienze ferite dei nostri popoli rischiano di disperdersi nell’aria senza una assunzione di responsabilità comune dell’Europa… In attesa di capire meglio quali saranno i passi da compiere nei confronti delle nuove autorità afgane pensiamo sia un valore etico irrinunciabile fare ogni sforzo per garantire sicurezza a tutti coloro che in questi 20 anni hanno collaborato con noi e hanno creduto in noi”.
“Ma dobbiamo sapere – ha osservato Sassoli – che la nostra capacità di risposta dipenderà dal grado di solidarietà che sapremo dimostrare al nostro interno nel costruire politiche europee comuni. Senza una politica sanitaria europea non sarà possibile affrontare in futuro le nuove emergenze che arriveranno; senza una politica della sicurezza comune saremo fragili ed esposti alle minacce dei regimi autoritari; senza una politica europea per l’immigrazione e l’asilo non saremmo in grado di affrontare sfide che nei prossimi anni dal Sahel all’Asia vedranno in movimento milioni e milioni di persone che guarderanno all’Europa come terra del loro rifugio”.

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