Meeting Rimini: Gentiloni, “in Afghanistan debacle dell’Occidente. Ora agire per accoglienza dei profughi”. Costruire la difesa comune

“Io credo che l’Unione europea abbia il dovere di lavorare sull’accoglienza e su quote di immigrazione legale di profughi afghani. E per far questo non occorre l’unanimità”. Lo ha affermato Paolo Gentiloni, commissario Ue all’economia, intervenendo oggi pomeriggio a un dibattito organizzato al Meeting di Rimini. “Ci saranno sempre quattro o cinque Paesi contrari all’accoglienza. Orban e altri leader saranno contrari. Ma questo si può fare e si deve fare mediante le regole europee che stabiliscono la cooperazione rafforzata. La protezione temporanea si decide a maggioranza e non all’unanimità”. L’incontro a Rimini ha toccato diversi aspetti di politica estera, di economia, il Pnrr italiano. Sulla vicenda afghana il commissario ha dichiarato: “Un altro epilogo era possibile, invece abbiamo assistito a una debacle dell’Occidente”. Ma “non per questo dobbiamo dimenticare il lavoro compiuto in questi anni” dalle forze internazionali nel Paese asiatico: “La risposta al terrorismo, la scelta di andare in solidarietà con gli Usa a combattere Al Qaeda. Non possiamo trasformare tutto ciò in un nulla. Ricordo anche il lavoro compiuto per portare l’80 cento delle donne nell’istruzione, e le vittime italiane in questo intervento, la sconfitta di Al Qaeda. Comunque in Afghanistan – ha ribadito – non doveva finire così”. “Abbiamo visto tutti le scene ripugnanti all’aeroporto di Kabul che dimostrano che ci sono centinaia di migliaia, forse milioni di persone che vogliono scappare da quella dittatura. Noi cosa facciamo, ci giriamo dall’altra parte?”.

Gentiloni ha specificato: “Come Unione europea ci sentiamo chiamati in causa. E ora occorre fare due cose. Anzitutto dare un contributo serio all’accoglienza e gestione dei rifugiati. Il secondo contributo: bisogna rispondere alla domanda di presenza dell’Europa sullo scenario geopolitico”, perché tale domanda “va più veloce delle nostre decisioni e azioni. Quindi occorre muoversi sulla difesa comune: se non ora quando?”. Il commissario ha ricordato “a chi lamenta l’assenza dell’Ue” che “ci sono forze politiche e governi nazionali contrari alla formazione di una difesa comune e di una politica estera comune”, significativa sul piano globale.

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