Incendi a Tivoli: don Serafini (Villaggio don Bosco), “spettacolo spettrale. Ringraziamo perché non ci sono stati danni a persone e strutture”

“Alberi di ulivo, sugheri, pini: sono andati tutti in fiamme. Di tante piante rigogliose non esiste più niente. La perdita del patrimonio boschivo non è indifferente, però ringraziamo il Signore perché non ci sono stati danni ai ragazzi e neppure alla casa e alla chiesetta”. È la testimonianza rilasciata al Sir da don Benedetto Serafini, direttore del Villaggio Don Bosco di Tivoli. La struttura di accoglienza per minori è stata evacuata la notte scorsa a causa di uno degli incendi che stanno interessando in questi giorni diverse aree nel territorio di Tivoli. “È partito un fuoco lungo la strada, vicino alla ferrovia. Le fiamme – racconta don Serafini – hanno scavalcato la strada e hanno raggiunto una pineta. Da lì, l’incendio si è esteso sulla montagna vicina a noi ed è sceso verso il Villaggio. A quel punto, dato che le fiamme erano molto alte, il comandante dei Carabinieri ci ha invitato a uscire. I minori sono stati accompagnati da una famiglia e gli altri si sono recati in casa di amici”. Quello che ha accolto oggi i responsabili al rientro nella struttura è stato un “spettacolo spettrale”, lo definisce ancora il direttore, che aggiunge: “Nelle prossime ore rientreranno anche i trenta minori ospitati e si ricomporrà la nostra ‘famiglia’. La maggior parte degli incendi di questi giorni ha natura dolosa. Vigili del Fuoco, Protezione civile, Polizia municipale hanno lavorato tutta la notte. Ho ricevuto una chiamata anche dal vescovo Mauro Parmeggiani, che ringrazio per la vicinanza”. In settant’anni di vita il Villaggio Don Bosco, fondato dal salesiano don Nello del Raso, ha accolto migliaia di ragazzi con problematiche soprattutto familiari. Da uno di loro arriva oggi un’immagine di speranza, descritta ancora al Sir da don Serafini: “Proprio questa mattina, mentre ancora gli elicotteri sorvolavano il territorio e la nostra struttura, un giovane che ha vissuto nel villaggio è venuto per far battezzare il proprio figliolo: segno di un’opera che continua anche nelle difficoltà”, conclude.

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