Giovani: De Giovanni (scrittore), “sbagliato dire che sono il futuro, sono il presente necessario”

“L’errore che più comunemente si commette è quello di dire che i giovani sono il futuro. I giovani sono il presente, un presente necessario”. Lo ha detto, ieri, lo scrittore Maurizio De Giovanni, incontrando ieri sera i giovani della sezione “Impact!”, al Giffoni Film Festival. Anche se le difficoltà, in una terra lacerata come Napoli, non mancano: “Scontiamo l’incuria drammatica che ha portato a fare crescere i livelli di disoccupazione e di dispersione scolastica. Se uno studente su tre abbandona i banchi è tutta manovalanza per la criminalità organizzata – ha denunciato –. Essere qui a Giffoni è ancora più fondamentale perché con questo microfono posso urlare quello che penso. E non è scontato. Una volta, poco prima di registrare un’intervista televisiva, un ragazzo mi disse: parli del fatto che qui non c’è lavoro. E lo feci. Voi giovani siete qui e adesso, dovete alzare la voce e noi dobbiamo darvi il microfono”. Napoli di conflitti, Napoli di fratture, ma anche Napoli incantatrice e inguaribile bacino di storie e di ricordi. “Non potrei mai lavorare in un’altra città – ha ammesso –. Qualche giorno fa ho incontrato Daniel Pennac che mi ha raccontato un aneddoto surreale. Era a cena con delle persone in un locale dei Quartieri spagnoli, quando passa un topo seminando il panico. Il ristoratore non si è scomposto e ha detto ai commensali: tranquillo, è vaccinato. Dove lo trovate un altro posto così?”.
La curiosità dei ragazzi si è concentrata poi sul personaggio più amato, il commissario Ricciardi e sulle trasposizioni televisive dei suoi romanzi. “Le serie tv o i film tratti dai libri sono come le traduzioni – ha raccontato De Giovanni –, è fondamentale delegare l’autonomia creativa. I Bastardi di Pizzofalcone e Ricciardi visti in televisione sono figli miei, anche se per esigenze di scena ho dovuto apportare delle modifiche ad alcuni personaggi. Mina Settembre è invece una storia diversa dalla mia. Per me sarebbe impensabile che un padre possa avere una relazione con un’amica della figlia e quindi ho tolto la firma. Sono felice che piaccia al pubblico, ma è un’altra cosa. Con le storie e le loro declinazioni su altre piattaforme puoi mettere una protesi a un ginocchio, ma non sostituire la colonna vertebrale”.

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