Diocesi: mons. Lambiasi (Rimini), “puntare sulle buone notizie per far rinascere la speranza”

In anticipo rispetto alla consuetudine, il vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, ha deciso di scrivere la propria lettera pastorale per l’anno 2021. Un documento che nasce dall’urgenza di mettersi in dialogo con tutta la comunità riminese, alla luce del delicato periodo storico attuale. “In questi giorni – spiega il presule – ho maturato alcuni pensieri che in questa lettera vengo a condividere con la comunità, in merito alla drammatica situazione della pandemia e alla conseguente crisi della speranza cristiana”.
È proprio sulla crisi della speranza che le riflessioni del vescovo si concentrano. Il documento, dal titolo “Non lasciamoci rubare la speranza”, si struttura illustrando quali sono le principali e attuali tentazioni che possono insidiarci, per poi sottolineare quali sono le “buone notizie” che permettono di guardare al futuro senza paura.
“Intercetto tre tentazioni contro la speranza – le parole di mons. Lambiasi –. Il pessimismo sterile, la nostalgia del passato e la paura del futuro”. In maniera meno sintetica, “ci ritroviamo in pochi e con le chiese ancora più vuote”. In secondo luogo, “un tempo tutto andava meglio e la Chiesa funzionava al meglio”. Terzo, “la tentazione del tutto e subito, dell’affanno e dell’impazienza. È vero, la Chiesa ha bisogno di riformarsi. Ma d’altra parte, quando soffia forte il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”.
Ma la speranza può rinascere, se si punta lo sguardo verso quelle che vengono definite quattro “buone notizie”. “La prima, decisiva: Dio ha già vinto la morte – continua il vescovo nella lettera –. È la ragione prima e ultima, con la quale o senza la quale sta o cade tutto l’edificio della speranza. Secondo: lo Spirito Santo non si è volatilizzato. La Pentecoste non è durata un giorno, è permanente e attuale. Terzo: la pandemia è una dura lezione da non sprecare. Nessuno si salva da solo ma siamo tutti chiamati a ricostruire il ‘noi’ attraverso semi di luce e segni di bene”. Infine, conclude monsignor Lambiasi, “evangelizzare si deve e si può. Con un metodo: il Vangelo deve essere annunciato da persona a persona, con ‘fatti di Vangelo’, ossia con la testimonianza di una vita credente e credibile”.

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