Bangladesh: Unhcr, inondazioni e frane mortali sui campi dei Rohingya. Sei vittime e 12.000 rifugiati coinvolti

L’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, esprime profondo rammarico per la tragica morte di sei rifugiati Rohingya, vittime di tre giorni di intense piogge monsoniche e venti forti che hanno colpito martedì gli ampi siti di rifugiati a Cox’s Bazar, in Bangladesh, causando inondazioni e frane. Secondo le prime notizie, sarebbero più di 12.000 i rifugiati coinvolti e circa 2.500 i rifugi danneggiati o distrutti. Solo nelle ultime 24 ore, oltre 300 mm di pioggia si sono abbattuti sui campi che ospitano più di 800.000 rifugiati Rohingya. Si tratta di quasi la metà della media mensile delle precipitazioni di luglio in un solo giorno. Altri forti acquazzoni sono attesi nei prossimi giorni, con la stagione dei monsoni che durerà per i prossimi tre mesi. La situazione è ulteriormente aggravata dalla pandemia. Attualmente vige un rigido lockdown nazionale in risposta all’aumento dei casi in tutto il Paese. A sostegno della risposta guidata dal governo, sono stati dispiegati i team di Unhcr per le emergenze, al fine di fornire supporto immediato e assistenza alle famiglie colpite e a quelle costrette a trasferirsi temporaneamente. I team stanno anche valutando i danni ai rifugi e iniziando le riparazioni più urgenti ed il miglioramento dei siti. I rifugiati volontari formati dall’Unhcr ed i partner stanno anche lavorando giorno e notte sotto la pioggia battente per aiutare le famiglie che ne hanno urgente bisogno. In alcuni casi, questo ha comportato il salvataggio dei rifugiati dagli alloggi distrutti dalle frane. Finora, più di 5.000 rifugiati si sono temporaneamente trasferiti in alloggi occupati da altri membri della famiglia o in strutture comuni. Ad oggi, il Piano di risposta congiunta 2021 (Jrp) per la crisi umanitaria dei Rohingya in Bangladesh ha ricevuto solo 274 milioni di dollari, circa il 30% dei 943 milioni di dollari necessari per il 2021.

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