Colombia: minacciato di morte il vescovo di Buenaventura. Mons. Jaramillo, “non posso abbandonare il mio popolo”

I 14 vescovi del Pacifico colombiano sono riuniti da martedì fino a oggi in un incontro convocato d’urgenza, per affrontare il tema della crescente violenza, che riguarda le regioni occidentali e sud-occidentali del Paese, in particolare i dipartimenti di Chocó, Valle del Cauca (soprattutto nella città portuale di Buenaventura), Cauca e Nariño. Proprio nel contesto dell’incontro è emersa la notizia che il vescovo di Buenaventura, mons. Rubén Darío Jaramillo, ha subito recentemente minacce di morte da parte di gruppi criminali, che ostentano il proprio potere sulla città, primo porto colombiano del Pacifico e snodo strategico per tutti i tipi di traffico contro la legge. “Come pastore non posso abbandonare il mio popolo”, ha dichiarato il vescovo, confermando la volontà di proseguire con la sua opera di denuncia.
Moltissimi i messaggi di solidarietà giunti a mons. Jaramillo. Il ministro dell’Interno, Daniel Palacios Martínez, oltre a condannare le minacce contro il vescovo, ha annunciato di aver rafforzato la sua protezione. Segno evidente che le minacce vengono ritenute credibili.


Da molti anni un vescovo colombiano non era così esposto a livello di sicurezza. “Dobbiamo proteggerlo e dagli tutte le garanzie perché continui a denunciare la corruzione, la violenza, gli sfollamenti e il narcotraffico”, ha commentato la vicepresidente della Repubblica, Martha Lucia Ramírez.


Solidarietà e richiesta di protezione sono arrivate anche dall’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Solo una settimana fa il presule si era riunito con la rappresentanza in Colombia dell’Unione europea, con gli ambasciatori di vari Paesi (Germania, Francia, Norvegia e Svezia) e con varie ong.

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