Yemen: Oxfam, “dall’Italia solo 5 milioni di euro di aiuti”. Conferenza Paesi donatori “tragico passo indietro”

“Un nuovo tragico passo indietro sulla risposta umanitaria in Yemen dove – a 6 anni dall’inizio di una guerra che ha causato tra i 200 e i 250 mila morti, di cui almeno 20 mila civili – si sta consumando la più grave crisi umanitaria al mondo, mentre non cessano i combattimenti soprattutto a Marib, vicino alla capitale Sana’a, che potrebbero provocare una nuova ondata di profughi”. Lo afferma oggi Oxfam, dopo la conferenza dei Paesi donatori, che si è svolta ieri in forma virtuale: l’appello delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria resta finanziato per meno della metà di quanto necessario a portare aiuti, cibo e medicine a 20 milioni di yemeniti, tra cui 400 mila bambini sotto i 5 anni che rischiano di morire per malnutrizione. L’Italia risulta essere il 19 esimo paese donatore, con soli 5 milioni di euro che saranno stanziati nel 2021, meno di tutti gli altri Paesi del G7. Oxfam giudica l’impegno “assolutamente insufficiente per rispondere ad una crisi gravissima, alimentata dalla vendita di armamenti per miliardi di dollari proprio da parte delle grandi potenze mondiali alle parti in conflitto, Arabia Saudita e Emirati Arabi su tutti”. “Il Governo italiano conferma l’impegno dell’anno scorso, non tenendo conto della richiesta del Parlamento di fare di più – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Una cifra davvero bassa se comparata a quanto stanziato dagli altri Paesi del G7: oltre 200 milioni di euro dalla Germania, 159 dagli Stati Uniti, 102 dalla Gran Bretagna, 46 dal Canada, 40 dal Giappone, 11 dalla Francia. L’Italia si pone dopo tutti i Paesi scandinavi, a pari merito con Belgio e Irlanda”. Oxfam chiede alla vice ministra degli esteri Marina Sereni “una verifica della disponibilità di maggiori fondi, come richiesto dal Parlamento lo scorso dicembre. Allo stesso tempo le chiediamo di guidare un cambiamento serio e strutturato per porre lo Yemen al centro dell’agenda della politica estera italiana”.

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