Yemen: Fore (Unicef), “12 milioni di bambini hanno bisogno di noi. Servono fondi urgenti per aiuti umanitari”

© Unicef/UNI312470/Areej Alghabri

“I bambini dello Yemen contano su di noi. Vivono l’incubo di una guerra senza fine. Sono minacciati da malnutrizione e malattie mortali, come la diarrea a causa di acqua non sicura. Stanno affrontando una povertà devastante, un’economia rovinata ed ora anche il Covid-19″. A lanciare nuovamente l’allarme è Henrietta Fore, direttore generale Unicef, in occasione della Yemen pledging conference. Dopo 6 anni di conflitto la situazione sta peggiorando. Quasi ogni bambino in Yemen ha bisogno di assistenza umanitaria. Oltre 12 milioni di giovani vite sono in pericolo, una generazione intera. Circa 2,3 milioni di bambini sotto i 5 anni rischiano la malnutrizione acuta quest’anno. “Tra i più alti livelli mai visti in Yemen. Senza cure, questi bambini probabilmente moriranno. Dobbiamo agire velocemente e insieme”, chiede Fore. I servizi di base – istruzione, assistenza medica, idrica e igienico-sanitaria – sono collassati: “Metà di tutte le strutture sanitarie non sono più operative, molte sono state distrutte. I restanti servizi stentano a rimanere in funzione. L’aumento delle ostilità e la mancanza di rispetto delle regole di base della guerra a Hudaydah e Marib stanno costringendo migliaia di famiglie a scappare”. Fore racconta di “famiglie esauste” che “stanno prendendo decisioni che nessuno dovrebbe mai prendere: se fuggire dalle proprie case, se diminuire la qualità o la quantità di cibo che mangiano o dell’acqua che bevono, spesso entrambe. Perfino se riescono a permettersi l’assistenza medica di base per i propri bambini”. L’Unicef, insieme ai partner, sta fornendo acqua pulita e vaccini, tenendo in funzione i centri sanitari di prima assistenza e gli ospedali. “Ma dall’altro lato, le nostre organizzazioni non hanno i fondi sufficienti”, ricorda Fore: “Stiamo assistendo a incoraggianti segnali di un rinnovato slancio politico. Ma, per i bambini dello Yemen, le parole non sono abbastanza. Le parole non riapriranno o ricostruiranno scuole o ospedali, non daranno il via a campagne di vaccinazione, non allevieranno lo strazio dei genitori yemeniti che guardano impotenti i loro figli morire di fame o di malattie prevenibili. Oggi, chiediamo ancora una volta, allo stesso tempo, fondi con urgenza e pace”.

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