Papa in Iraq: card. Parolin, “dal viaggio un messaggio importante: collaborare per ricostruire il Paese”

“Il viaggio ha come scopo e come significato quello di manifestare la vicinanza del Papa all’Iraq e agli iracheni; e lanciare un messaggio importante: che si deve collaborare, ci si deve mettere insieme per ricostruire il Paese, per sanare tutte queste piaghe, e per ricominciare una nuova tappa”.  Lo dice il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, in un’intervista a Vatican Media sul prossimo viaggio di Papa Francesco in Iraq, dal 5 all’8 marzo.
Soffermandosi sul “centro” del viaggio, il porporato spiega che “sta proprio nel fatto che il Papa vuole lanciare un messaggio verso il futuro”. “Ci sono situazioni e realtà che vivono una certa sofferenza, a parte proprio dove c’è stata la persecuzione, il martirio – aggiunge -. La Chiesa stessa vive una situazione di difficoltà, il dialogo interreligioso ha bisogno di essere promosso. Le difficoltà però si possono superare, se ci sono la buona volontà e l’impegno da parte di tutti, di mettersi insieme, collaborare per ricostruire”. L’attenzione ricade, quindi, sul messaggio che potrebbe lanciare il Papa dall’Iraq: “Non lasciamoci bloccare da tutto quello che è successo, per quanto negativo possa essere stato, ed è stato molto negativo, ma guardiamo avanti con speranza e con coraggio per ricostruire questa realtà dell’Iraq”.
Infine, guardando alla situazione del Paese, il card. Parolin auspica l’unità. “Bisogna mettersi insieme e collaborare – osserva indicando tre vie maestre per la ricostruzione del Paese -. Per mettersi insieme per collaborare, per costruire questa unità, certamente c’è bisogno di perdono e di riconciliazione. Bisogna superare il passato, guardare avanti in questo senso, nuovo e positivo. Nello stesso tempo, poi, ci sono anche dei provvedimenti da prendere, per esempio, contro il settarismo, che purtroppo caratterizza ancora ampie frange della società, contro la corruzione, le disuguaglianze e le discriminazioni, perché ognuno possa avere il suo posto e ognuno si senta cittadino del Paese, con gli stessi diritti, con gli stessi doveri e con lo stesso impegno e responsabilità di contribuire a costruirlo”.

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