Svezia: crisi occupazionale, dal Governo nuovi criteri per permessi di soggiorno permanenti ai giovani. Plauso delle Chiese

Il Consiglio cristiano delle Chiese in Svezia ha accolto positivamente le proposte del governo di modifica alla normativa che regola la concessione di permessi di soggiorno per gli studenti immigrati che hanno terminato la scuola secondaria superiore. Alla luce dell’”irrigidimento del mercato del lavoro che si è creato a seguito della pandemia”, il Governo ha infatti proposto, ad esempio, che vengano concessi dodici mesi anziché sei ai giovani che dopo gli studi cercano un’occupazione, requisito indispensabile per ottenere un permesso di soggiorno permanente; che i tirocini siano considerati validi per la richiesta di soggiorno permanente, così come si possano cumulare borse di studio e stipendi part-time nel verificare il livello di reddito necessario per ottenere il permesso. Le proposte di modifiche dovrebbero entrare in vigore il 20 luglio 2021 e applicarsi sino alla fine di giugno 2023. Nel “Parere” che il Consiglio delle Chiese ha inviato al ministro della giustizia, si chiede però che queste deroghe alle normative vigenti “non siano limitate nel tempo” per non “colpire i giovani in modo disuguale” e così pure si chiede che queste disposizioni valgano per le persone il cui tempo per trovare un impiego scadrà prima dell’entrata in vigore delle attuali proposte, onde evitare che “i giovani che hanno completato i loro studi più velocemente siano svantaggiati”. La preoccupazione delle Chiese si rivolge anche ai giovani disabili o in situazioni umanitarie difficili che “non hanno le stesse condizioni di molti altri per superare gli studi della scuola secondaria superiore o ottenere i requisiti per un permesso di residenza” e invita il Governo a considerare “criteri umanitari e legami con la Svezia” nel valutare queste situazioni.

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