Panama: scandalo abusi in 14 strutture di accoglienza per minori riconosciute dallo Stato. Chiesa panamense, “tolleranza zero”

Si espande e provoca indignazione a Panama lo scandalo riguardante gli abusi sistematici che sarebbero stati commessi in ben 14 centri e strutture d’accoglienza per minori riconosciuti dallo Stato. La vicenda è emersa in seguito alla pubblicazione di un rapporto elaborato dalla Commissione per la donna, l’infanzia, la gioventù e la famiglia dell’Assemblea nazionale, presieduta dalla deputata Zulay Rodríguez, la quale ha dichiarato tra l’altro alla stampa locale: “Ci sono ragazze che denunciano di essere state messe incinte da religiosi e successivamente fatte abortire”. Le autorità competenti promettono di indagare a fondo sulla vicenda, mentre si susseguono manifestazioni di cittadini.
In merito interviene la Chiesa panamense, con una nota firmata dai centri d’accoglienza di ispirazione cattolica, dal Consiglio di pastorale sociale Caritas, dalla Pastorale familiare e dai movimenti familiari. “Siamo convinti – si legge – che l’abuso fisico, psicologico e sessuale contro bambini e adolescenti nelle famiglie e nelle istituzioni pubbliche e private sia un grave peccato sociale, oltre che un crimine irrazionale. Questi bambini e adolescenti stanno già vivendo una tragedia per non avere i loro genitori in una famiglia stabile. Renderli nuovamente vittime nel loro corpo, nella loro mente e nel loro spirito, mentre rimangono nelle case d’accoglienza, è una depravazione che grida al cielo e all’intera società. Come Chiesa, ribadiamo la nostra tolleranza zero per questi atti atroci e ci uniamo alle voci che chiedono che i responsabili siano puniti rigorosamente”.
Prosegue il comunicato: “Sappiamo che persone con intenzioni malsane si infiltrano in luoghi in cui bambini e giovani sono vulnerabili. Questo è il motivo per cui, come nazione, dobbiamo promuovere una riprogettazione che renda possibili istituzioni in grado di garantire meccanismi più severi, per impedire che abusatori sessuali, trafficanti e persone di cattiva condotta abbiano accesso a bambini e adolescenti”. In questo momento, “le autorità sono tenute a rivelare la verità delle accuse e ad avviare un’indagine processuale in cui devono prevalere la giustizia e la trasparenza”.
Aggiungono le organizzazioni ecclesiali: “È facile dire agli altri cosa devono fare. Come Chiesa, tuttavia, sappiamo che non possiamo guardare dall’altra parte. Per questo motivo, nell’interesse di rafforzare e adattare i centri e le case per bambini e anziani ispirati alla dottrina cattolica, abbiamo costituito un’équipe di accompagnamento permanente”. La nota, infine, auspica da parte dello Stato una “politica di protezione integrale di bambini e adolescenti”.

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