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Romania: neonato muore dopo il battesimo per immersione. Il Sinodo ortodosso: il rito non cambia, maggiore prudenza e istruzioni per i sacerdoti

La forma rituale del battesimo non cambia e non può cambiare, ha ribadito il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena (nella foto), dopo il caso di un neonato deceduto per annegamento dopo aver ricevuto il battesimo. Riunito in sessione ordinaria giovedì 25 febbraio, il Sinodo ha spiegato che la Chiesa ortodossa romena, per rimanere “in comunione e unità dogmatica, liturgica e canonica con la Chiesa ortodossa universale”, “non può modificare la sua dottrina, il suo rito liturgico sacramentale e la sua disciplina canonica”. Anche se nella Chiesa ortodossa romena si usa ugualmente amministrare il battesimo immergendo un po’ il bambino nell’acqua santa e versandogli poi per tre volte acqua sulla testa, la forma tradizionale in uso è quella dell’immersione completa del bambino nell’acqua, per tre volte. Più di 65mila romeni, con una petizione su Internet, e l’avvocato del popolo avevano chiesto al patriarca ortodosso Daniel di cambiare la forma del rito del battesimo, così da non mettere più in pericolo la vita dei bambini. Il 31 gennaio scorso, a Suceava, un bimbo maschio, Iustin, di 6 settimane, nato prematuro, si è sentito subito male dopo il battesimo per immersione ed è morto il giorno dopo in ospedale. All’autopsia i medici gli hanno trovato acqua nei polmoni ed ora il sacerdote ortodosso che ha amministrato il battesimo è in arresto, accusato di omicidio colposo.
Il Santo Sinodo ha chiesto ai sacerdoti ortodossi di informarsi sullo stato di salute dei bambini che dovranno battezzare e di essere più responsabili nell’amministrazione dei sacramenti. Inoltre, ha stabilito che i seminaristi ricevano una formazione più attenta riguardo l’amministrazione del battesimo, e che anche i laici siano formati, attraverso la catechesi, sul significato dei sacramenti. Il Santo Sinodo è la più alta autorità della Chiesa ortodossa romena ed è presieduto dal patriarca Daniel.

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