Incidenti sul lavoro: Inail, a gennaio presentate 39.183 denunce. Calo del 15,7% rispetto all’anno scorso

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail nel mese di gennaio sono state 39.183, in diminuzione di 7.300 casi (-15,7%) rispetto alle 46.483 del primo mese del 2020. È quanto emerge dagli open data Inail su “Infortuni e malattie professionali” relativi a gennaio 2021.
“Il confronto effettuato su un singolo mese è poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi”, spiega l’Inail, aggiungendo che “per un’analisi più indicativa dell’andamento infortunistico, infatti, sarà necessario attendere un lasso di tempo maggiore, pari ad almeno un trimestre, anche in considerazione del fatto che i dati di gennaio 2020 non sono stati condizionati dalla pandemia da nuovo Coronavirus, i cui effetti in ambito lavorativo sono emersi solo a fine febbraio 2020, mentre il mese di gennaio 2021 è ancora influenzato dalla ‘seconda ondata’ dei contagi iniziata a ottobre scorso”.
I dati rilevati al 31 gennaio di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 40.712 a 35.964 (-11,7%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un calo pari al 44,2%, da 5.771 a 3.219.
A gennaio, l’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: -17,9% nel Nord-Ovest, -14,7% nel Nord-Est, -12,7% nel Centro, -20,1% nel Sud e -9,6% nelle Isole. Tra le Regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Calabria, la Puglia e la Campania, mentre gli incrementi sono circoscritti a poche regioni, come Marche, Molise, provincia autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia e Basilicata.
Il calo che emerge dal confronto di mese tra il 2021 e il 2020 è legato solo alla componente maschile, che registra un -26,3% (da 28.802 a 21.226 denunce), mentre quella femminile presenta un aumento dell’1,6% (da 17.681 a 17.957). La diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-16,0%), che quelli extracomunitari (-17,9%) e comunitari (-2,5%). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in quasi tutte le fasce, a eccezione di quella 50-59 anni (+2,2%) e 30-34 anni (+0,5%).

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