Coronavirus Covid-19: Paesi baltici, contagi in aumento, tornano mascherine e lockdown. Restrizioni nelle chiese

Due delle tre repubbliche baltiche sono tornate in un regime di restrizioni per il crescere dei casi di Covid-19. In Lettonia, dove il numero di morti Covid è cresciuto del 48% nell’ultima settimana e i letti delle terapie intensive sono occupati quasi al 100%, dal 21 ottobre e fino al 15 novembre vige il lockdown duro. Anche per le chiese, per cui “i credenti sono invitati a partecipare ai servizi di culto a distanza tramite internet e trasmissioni televisive o radiofoniche”, dice una nota sul portale dell’arcidiocesi di Riga. Le chiese restano aperte per la preghiera individuale, con visite che non devono superare i 15 minuti. Alle celebrazioni possono essere occupati, con distanziamento e mascherine, un massimo del 20% dei posti a sedere. I fedeli possono però contattare i sacerdoti delle diverse parrocchie e recarvisi “individualmente per ricevere il sacramento della Confessione o la santa Comunione”. In Lettonia il 52,2% della popolazione è completamente vaccinata. In Estonia, dove i casi giornalieri nell’ultima settimana sono cresciuti del 50% e quasi il 57% della popolazione è vaccinata, da oggi bisogna entrare in tutti i luoghi chiusi e quindi anche in chiesa obbligatoriamente con la mascherina chirurgica e, come nello scorso agosto, bisogna restare a distanza nelle chiese che non possono essere occupate oltre il 50% della capienza. Ci si prepara quindi nelle parrocchie a celebrare più messe nei giorni delle feste, per consentire la partecipazione in presenza a tutti. Anche in Lituania i contagi sono in crescita (15% in più nell’ultima settimana), ma per il momento il governo non ha ancora attivato misure restrittive. Il 58,8% della popolazione ha ricevuto due dosi di vaccino.

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