Esplosione a Beirut: Mokuo (Unicef Libano), “ferite e lutti anche tra gli operatori, tutti sotto choc”

“L’Unicef è molto scosso per la perdita di vite causata dalle terribili esplosioni in Libano ed è preoccupato per la presenza di bambini tra le vittime. La maggior parte dei nostri colleghi – come la maggior parte delle persone in Libano – è in stato di shock”: lo afferma Yukie Mokuo, rappresentante Unicef in Libano. Secondo le ultime notizie, il numero di morti a Beirut potrebbe raggiungere i 100, con 4.000 persone ferite e oltre 300mila sfollate. Uno degli operatori dell’Unicef ha perso la moglie, 7 colleghi riportano ferite e decine delle loro case sono state danneggiate. L’Unicef si sta coordinando strettamente con le autorità e i partner sul campo per rispondere ai bisogni, tra cui anche quelli degli operatori sanitari e altri operatori. Hanno fornito acqua potabile allo staff al porto di Beirut e stanno supportando il ministero della Salute pubblica per estrarre ciò che resta dei medicinali e dei vaccini da un magazzino del porto. I partner per la protezione dei bambini stanno fornendo supporto psicosociale ai bambini colpiti in città. La catastrofe di ieri a Beirut si aggiunge a quella che è già una crisi terribile per il popolo del Libano dovuta al collasso economico e all’incremento dei casi di Covid-19. A causa della pandemia gli ospedali erano già sovraffollati e gli operatori esausti.
L’Unicef conferma il suo impegno al fianco del popolo libanese, le autorità e tutti i partner sul campo. “Siamo operativi – ribadisce Mokuo – e faremo tutto il possibile per fornire l’assistenza necessaria oggi e nei giorni a venire”. Anche il  presidente di Unicef Italia Francesco Samengo esprime cordoglio “per la dolorosa perdita di vite umane in seguito alle terribili esplosioni in Libano”. L’Unicef lavora in Libano dal 1948 e ha aperto il suo ufficio nel 1950.

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