Commercio armi: p. Zanotelli (comboniano) ai cattolici, “ritiriamo i soldi dalle ‘banche armate’”

Un appello “alle parrocchie, alle diocesi, agli istituti missionari, agli ordini religiosi, alle università cattoliche, allo Ior, perché comincino a capire che è immorale continuare ad investire i propri soldi in armi”. Lo ha lanciato oggi il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di pace, durante la conferenza stampa a Brescia per riproporre la campagna di pressione alle “banche armate”, organizzata dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia insieme a Pax Christi. A 30 anni di distanza dalla firma della legge 185/90 che vieta l’export di armi a Paesi in conflitto o che violano i diritti umani e a 20 anni dal lancio della campagna “Banche armate” i missionari si sono resi conto che l’iniziativa “stenta a decollare tra i cristiani” e che la lista delle banche che investono – più o meno direttamente – soldi in armi è ancora lunga. “Purtroppo – ha osservato padre Zanotelli – molte comunità cristiane non si accorgono che oggi è la finanza a comandare, che siamo sotto la dittatura delle banche, per cui bisogna fare attenzione”. “È importante far capire – ha proseguito – che i cristiani hanno l’obbligo morale di sapere come vengono usati i loro soldi. Per questo è fondamentale essere informati sulle banche italiane che investono in armi. Abbiamo la fortuna di avere la legge 185/90 che ci consente di saperlo”. Zanotelli ha fatto la lista delle prime 10 banche italiane coinvolte e ha ricordato che “l’Italia nel 2019 ha speso 27 miliardi di euro in armi”. “Non possiamo più continuare così – ha concluso –. Se le diocesi e le parrocchie cominciassero a premere sulle loro banche, scrivendo lettere e mail, con la minaccia di ritirare i soldi, avremmo una forza incredibile per cambiare le cose in maniera non violenta, come Gesù ci chiede”.

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