Coronavirus Covid-19: vescovi campani, “chiamati a curare le relazioni personali e a un impegno profetico per la salute e la salvaguardia del creato”

“Il senso di smarrimento ha portato anche a forme di pseudoliturgia selvaggia”, con video – sui social di “sacerdoti che hanno fatto un uso improprio della liturgia o di alcuni aspetti cultuali”, ma è anche vero che “nei giorni della pandemia si sono aperti nuovi spazi di celebrazione che potrebbero essere valorizzati”. Lo evidenziano i vescovi campani nella “scheda per la riflessione nelle nostre Chiese”, intitolata “Per una ‘lettura sapienziale’ del tempo presente” segnato dal Covid-19.
Nel tempo dell’epidemia si è sviluppata la “fantasia della carità”, ma non ci si è limitati al “solito pacco – necessario, oggi la gente non riesce neanche a riempire la tavola! – ma anche nuove iniziative come la disponibilità a fare la spesa per chi non poteva uscire di casa; un numero sempre attivo per il Centro di ascolto; un telefono amico per le persone sole, in difficoltà; l’arrivo di nuovi volontari; l’utilizzo dei social media per contattare e tenere in rete i bisogni; il legame con altri Centri di ascolto coordinandosi meglio”.
I presuli ammettono: “Ad essere stato provato in questa fase è il tessuto delle nostre comunità ecclesiali, a rischio di dispersione e di smarrimento. A questo scopo è necessario prendersi cura delle relazioni personali. I fedeli vanno cercati uno per uno, con la discrezione necessaria, ma anche con la cordialità e l’interessamento sincero. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza delle relazioni all’interno, tra collaboratori, praticanti… Abbiamo bisogno di creare in parrocchia un luogo dove sia bello trovarsi. E che ciò traspaia all’esterno, a quelli che compaiono qualche volta per far celebrare i sacramenti. Ai nostri presbiteri bisogna dire che è emersa in questo tempo una forte domanda di ascolto che va recepita”. Dunque, “abbiamo scoperto l’importanza delle relazioni. Se il vuoto di questi giorni ha fatto crescere in noi la nostalgia dell’amicizia, delle relazioni, perché non ci bastano le relazioni virtuali, allora chiediamo allo Spirito di farci tornare in comunità, non per riprendere il ritmo forsennato delle tante attività ma per curare meglio la qualità delle relazioni”.
E ancora: “Insieme con gli uomini e le donne di buona volontà le nostre comunità sono chiamate ad un impegno profetico, denunciando il taglio che negli ultimi anni è stato operato nel nostro Paese verso la sanità” e a “un impegno profetico per la salvaguardia del creato”, avendo evidenziato la crisi del Covid-19 che “tutto è connesso”.
Infine, un richiamo: “Nella ‘ripartenza’ stanno venendo fuori forti resistenze da parte di quelli che considerano questo periodo una parentesi da superare. Esortiamo presbiteri, religiosi e operatori pastorali a superare le resistenze e ad ‘investire’ su quello che lo Spirito in questo tempo dice alle nostre Chiese”.

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