Consiglio europeo: Griffini (Aibi), “ora urgente una riforma delle adozioni internazionali”

“È arrivato il momento della ripartenza. L’accordo sui 209 miliardi del Recovery fund, che giungeranno in Italia, può segnare una svolta per la ripresa del settore delle adozioni internazionali, ma occorre urgentemente una riforma”. È quanto dichiara Marco Griffini, presidente di Aibi (Associazione Amici dei bambini), commentando lo storico accordo raggiunto dal Consiglio europeo. “L’Europa ci chiede di fare delle riforme per non sprecare i fondi in arrivo e per investirli bene, trasformando l’Italia da un Paese con una natalità vicina allo zero ad una nazione che investe nel futuro, nelle nuove generazioni e nei figli”, prosegue Griffini, facendo notare che in Italia, un Paese dove l’adozione internazionale è stata da sempre il fiore all’occhiello dell’accoglienza familiare, “si è passati dalle oltre 4mila adozioni annuali del 2010 alle meno di mille del 2019 e si rischia, per il 2020, di scendere sotto quota 500”. Di qui la necessità di una riforma dell’adozione internazionale, che per l’Aibi dovrà tener conto di 10 principi fondamentali, tra cui “la sburocratizzazione del sistema; la realizzazione di un sistema di canali paralleli tra i servizi degli enti pubblici e quelli degli enti autorizzati, per la gestione dell’attività di formazione delle coppie; l’eliminazione del passaggio burocratico dell’idoneità giudiziaria, rilasciata dal Tribunale per i minorenni, a beneficio di una commissione regionale che valuti il percorso di formazione compiuto dalla coppia candidata; l’erogazione di un bonus di 10mila euro per tutte le coppie che abbiano compiuto un adozione nell’anno in corso; la completa gratuità delle stesse a partire dal 2021, inserendo l’adozione internazionale nell’ambito della politica estera dell’Italia”. Secondo Griffini vanno inoltre “elevati i requisiti per gli enti autorizzati, affinché sia eliminata la realtà di enti ‘personali’ e favorita al massimo la creazione di consorzi fra enti, al fine di creare economie di sistema”. Tra le altre proposte, quella di istituire una banca dati europea dei minori dichiarati adottabili in tutti i 27 Stati membri dell’Ue.

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