170° La Civiltà Cattolica: Mattarella, “sviluppare il discernimento per superare i contrasti nella consapevolezza del nostro destino comune”

“Occorre sviluppare in profondità il discernimento” in un mondo che “sembra tentato dall’abbandono delle formule di collaborazione internazionale”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel saluto in occasione dei 170 anni de La Civiltà Cattolica, ma reso noto oggi. Lo scorso 9 luglio il capo dello Stato aveva ricevuto presso il Palazzo del Quirinale la redazione guidata dal direttore, p. Antonio Spadaro. Presente all’incontro il preposito generale della Compagnia di Gesù, p. Arturo Sosa. La Civiltà Cattolica, scrive Mattarella, “è, da sempre, un punto di riferimento” e offre un contributo “al nostro Paese sul piano del tessuto culturale e su quello della sollecitazione costante” a “riflettere e ad affrontare, in maniera adeguatamente approfondita, tutti i problemi che si presentano”. Una capacità di approfondimento e riflessione di cui “c’è un enorme bisogno”.
La pandemia, prosegue il capo dello Stato, “sta dimostrando a tutti che, nel mondo, siamo legati da una sorte comune e che abbiamo dei pericoli comuni. Questa considerazione dovrebbe attribuire un sapore di futilità” ai “motivi di contrasto che invece affannano il mondo”. Di qui un invito: “Occorre sviluppare in profondità il discernimento per comprendere in che modo trasferire nei comportamenti concreti e quotidiani questa percezione che si riscontra – piuttosto indefinita – di una condizione e di un destino comuni, in un mondo che, invece, sembra tentato dall’abbandono delle formule di collaborazione internazionale, di tutte le forme di multilateralismo che non evitano completamente ma, quanto meno, attenuano l’egoismo dei più forti a danno dei più deboli”.
Nel sottolineare la “profonda differenza tra globalizzazione e universalità”, il capo dello Stato spiega che quest’ultima va “nel senso della comunanza di destino e di condizioni. Però, per realizzarla e viverla, occorre riuscire a far riflettere, a far comprendere, ad avere capacità di discernimento”. E, a questo riguardo, quello che fa La Civiltà Cattolica, “proponendo su tanti piani – e ormai su tanti fronti culturali e internazionali – strumenti per riflettere e approfondire, è particolarmente prezioso”. Di qui il ringraziamento “per il contributo che fornite al nostro Paese”. Le edizioni in diverse lingue della rivista, conclude, costituiscono “un segnale importante” perché offrono sempre più “l’idea che non si tratta soltanto di trasmettere idee ma anche di riflettere insieme, con le varie civiltà e culture, sulla sorte del mondo”.

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