Notizie Sir del giorno: messe con popolo, Papa a Santa Marta, Ue-Balcani, coronavirus, Libano, Colombia

Messe con il popolo: Cei, dal 18 maggio si torna in chiesa. Firmato un Protocollo con il Governo sulle misure da adottare

È stato firmato questa mattina, a Palazzo Chigi, il Protocollo che permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo. Il testo giunge a conclusione di un percorso che ha visto la collaborazione tra Cei, presidente del Consiglio, ministro dell’Interno e Comitato tecnico-scientifico. Nel predisporre il testo, è stato precisato in una nota dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, “si è puntato a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale”. Il Protocollo – firmato dal presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – entrerà in vigore da lunedì 18 maggio. “Il Protocollo è frutto di una profonda collaborazione e sinergia fra il Governo, il Comitato tecnico-scientifico e la Cei, dove ciascuno ha fatto la sua parte con responsabilità”, ha evidenziato il card. Bassetti, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto. (clicca qui)

Papa Francesco: a Santa Marta, “preghiamo per gli artisti, senza il bello non si può capire il Vangelo”

“Ieri ho ricevuto una lettera di un gruppo di artisti: ringraziavano per la preghiera che noi abbiamo fatto per loro. Vorrei chiedere al Signore che li benedica perché gli artisti ci fanno capire cosa è la bellezza e senza il bello il Vangelo non si può capire. Preghiamo un’altra volta per gli artisti”. Così Papa Francesco, rinnovando un pensiero agli artisti, ha introdotto, stamattina, la messa presieduta a Santa Marta, in diretta streaming, offerta per tutti coloro che soffrono a causa del coronavirus. (clicca qui)

Ue-Balcani: Dichiarazione di Zagabria. Aiuti europei alla regione per democrazia e sviluppo, impegni dei governi locali per pace e riforme

“L’Unione europea ribadisce ancora una volta il suo sostegno esplicito alla prospettiva europea dei Balcani occidentali. I partner dei Balcani occidentali, dal canto loro, hanno ribadito il loro impegno a favore della prospettiva europea quale risoluta scelta strategica. La credibilità di tale impegno dipende anche da una chiara comunicazione pubblica e dall’attuazione delle necessarie riforme”. È uno degli aspetti salienti della “Dichiarazione di Zagabria”, testo che ha suggellato il Summit Ue-Balcani svoltosi ieri per via telematica. Un vertice che raccoglie vent’anni di dialogo tra i Paesi dell’Ue e la regione balcanica e che vede ora candidati o in via di adesione 6 Paesi: Serbia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord e Kosovo. Un’area europea non ancora pienamente pacificata dopo l’implosione della Yugoslavia e le guerre degli anni ’90. Se ne è avuta ulteriore conferma ieri con una serie di questioni bilaterali e irrisolte, la principale delle quali è quella tra Serbia e Kosovo. Comunque la Dichiarazione di Zagabria, contenente 20 punti, mette l’accento sulla prospettiva europea dei sei Stati e insiste su due punti: aiuti Ue alla regione per democrazia e sviluppo, impegni dei governi locali per pace e riforme. (clicca qui)

Coronavirus Covid-19: Inghilterra avvia indagine su effetti pandemia sulle minoranze. Vescovi, “è una questione di giustizia razziale”

I vescovi inglesi plaudono all’annuncio fatto dalla “Public Health England” di avviare un’indagine sugli effetti della pandemia sulle comunità di minoranza, le cosiddette “bame” (Black, Asian, Minority Ethnic). “L’esperienza maturata dalle nostre organizzazioni benefiche cattoliche e dai nostri sacerdoti ci conferma che le comunità nere, asiatiche, le minoranza etniche come anche zingari, rom e migranti sono state danneggiate in particolare da questa pandemia”, ha affermato a nome dell’episcopato inglese mons. Paul McAleenan. Pertanto, l’inchiesta annunciata “è necessaria e la nostra Chiesa si impegnerà a realizzarla. Tuttavia, un’inchiesta da sola non è sufficiente. Il governo deve urgentemente affrontare le disparità strutturali che hanno purtroppo permesso ad alcune comunità di pagare un prezzo così alto. Dobbiamo anche riconoscere il sacrificio sproporzionato fatto da persone appartenenti a minoranze nei servizi di prima linea. Questa crisi sanitaria – conclude il vescovo – presenta alla nostra società serie questioni di giustizia razziale”. (clicca qui)

Coronavirus Covid-19: Protezione civile, attualmente 89.624 persone positive e 96.276 guariti. Ancora in calo i ricoverati, da ieri altri 274 decessi

“Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 7 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 215.858, con un incremento rispetto a ieri di 1.401 nuovi casi. Il numero totale di positivi è attualmente di 89.624, con una decrescita di 1.904 assistiti rispetto a ieri”. Lo sottolinea una nota diffusa dal Dipartimento della Protezione civile. Tra gli attualmente positivi, “1.311 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 22 pazienti rispetto a ieri. 15.174 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 595 pazienti rispetto a ieri. 73.139 persone, pari al 82% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi”. Rispetto a ieri, “i deceduti sono 274 e portano il totale a 29.958” mentre “il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 96.276, con un incremento di 3.031 persone rispetto a ieri”. (clicca qui)

Coronavirus Covid-19: p. Abboud (Caritas Libano), “famiglie non hanno più nulla o quasi per vivere”

“Il lavoro che sta portando avanti il ministero della Salute, con la Croce Rossa e altri organismi, sta dando risultati contro il coronavirus, ma siamo preoccupati per il rischio contagio nei campi rifugiati siriani e palestinesi. Se accadesse sarebbe una tragedia”. Così in un’intervista al Sir il presidente di Caritas Libano, padre Michel Abboud. I numeri sembrano confermare un certo ottimismo: “i casi accertati in tutto il Paese sono, al 6 maggio, 750, mentre i decessi 25”. Il Libano oggi è uno dei Paesi dove vive il più alto numero di rifugiati al mondo se messo in rapporto con quello dei suoi abitanti. “Con il coronavirus preoccupa tantissimo anche la crisi economica che ne sta seguendo e che va ad aggravare quella già da tempo in atto”, aggiunge padre Abboud. “Stanno crescendo i disoccupati, le famiglie non hanno più nulla o quasi per vivere, siamo ormai alla soglia di povertà – rimarca il presidente di Caritas Libano –. Coloro che avevano due risparmi da parte li hanno già finiti per sfamare i propri congiunti”. (clicca qui)

Colombia: servizi dell’Esercito spiavano 130 persone, tra cui ambasciatore in Vaticano. Padre De Roux (Commissione Verità), “necessaria riforma strutturale dentro le forze armate”

Mentre il 3 maggio scorso in Colombia è stato ricordato nella Giornata della Riconciliazione il massacro di Bojayá, dove un cilindro bomba delle Farc uccise nel 2002 settantadue persone, in maggioranza afro, che si erano rifugiate in una chiesa, esplode nel Paese lo scandalo per le intercettazioni illegali del servizio segreto legato all’Esercito, che sorvegliava così 130 politici di sinistra, giornalisti, ong e perfino l’attuale ambasciatore in Vaticano, Jorge Mario Eastman, che pure è vicino al presidente Duque. “Anche da parte ecclesiale e, in particolare, dall’arcivescovo di Cali, mons. Monsalve, e dal presidente della Commissione per la Verità, padre De Roux, ci sono state prese di posizione importanti – commenta Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina”. In particolare, padre De Roux, in un’intervista al quotidiano El Espectador, spiega che è necessaria una riforma strutturale all’interno delle forze armate. Non si tratta solo, secondo il sacerdote, di imporre sanzioni disciplinari o penali ma di un cambiamento nell’etica e nella morale dei funzionari. (clicca qui)

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