Coronavirus Covid-19: dalle “città interculturali” buone pratiche, lezioni da apprendere e indicazioni per “preparare la risposta alla crisi”

Il Programma delle città interculturali (Icc) del Consiglio d’Europa ha convocato le città che ne fanno parte a un incontro on line con l’obiettivo di raccogliere e condividere le migliori pratiche, misure e iniziative attuate dalle autorità locali mirate al tema dell’interculturalità e preparare la risposta delle città sulla base delle sfide individuate. Dalla relazione conclusiva dell’evento, diffusa oggi, emergono numerose esperienze positive e “lezioni da apprendere”. Per esempio, dalla città di Oslo arriva l’indicazione della “necessità di rendere un’eredità duratura della crisi il forte legame sviluppatosi tra i servizi della città e le Ong”. Reikiavik ha acquisto consapevolezza del fatto che “le autorità cittadine e statali devono dedicare più energia alla creazione di fiducia e di legami con le comunità di migranti”. Una “best practice” che arriva da Lublino invece racconta che “la città ha ampiamente pubblicizzato le iniziative di solidarietà e di volontariato intraprese dalle minoranze, in modo da contribuire a migliorarne l’immagine presso l’intera comunità”.
Nell’incontro sono state indicate anche una serie di “raccomandazioni”, che vanno dal “sfruttare le risorse della comunità per rafforzare la fiducia sociale e il dialogo” a iniziative “contro la discriminazione e l’incitamento all’odio”, che sembrano essere alcuni dei risvolti della pandemia, o ancora la definizione di “nuovi modelli economici per sostenere l’economia locale”. “Una delle priorità per il futuro dovrebbe essere la creazione di una rete più connessa” per “non riprodurre la segregazione nello spazio virtuale”.

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