Coronavirus Covid-19: Padova, associazionismo culturale chiede politiche di sostegno e offre il suo contributo alla “rinascita della città”

“Il mondo delle associazioni culturali è ricco e variegato” e “pur basandosi per lo più sul contributo volontario di tempo e competenze dei singoli, necessita di risorse economiche per poter rendere effettiva la propria proposta culturale”. Tuttavia “l’emergenza economica è impellente e sarebbe triste che la nostra città e il nostro paese tutto si impoverissero irreparabilmente sul piano culturale per una mancata attenzione a questi settori della vita sociale”. È quanto si legge in una lettera aperta dell’esecutivo dell’Area tematica “Attività culturali” del Registro comunale di Padova delle libere forme associative, inviata alle istituzioni cittadine mentre si sta avviando la “fase 2”. “Consideriamo importante – prosegue il testo – che non venga dimenticato quel tessuto associativo, non sempre così forte sul piano economico, che oggi necessita di essere aiutato e sostenuto al pari di altri settori perché possa continuare ad essere lievito di buon civismo”. Di qui la richiesta di “nuove ed efficaci politiche di sostegno per le associazioni culturali potrebbero permettere alle realtà oggi presenti di non cedere, rinunciando alla presenza sul territorio e demolendo quindi tutta una filiera anche di carattere economico/professionale che da esse dipende”. L’esecutivo informa di avere avviato un “Censimento dei bisogni culturali in tempo di pandemia” inviando una lettera a tutte le associazioni iscritte all’Area tematica “Attività culturali” del Registro comunale, per raccoglierne istanze e offrire alle istituzioni “una più ampia visione sulle difficoltà ma anche sulle proposte che possono scaturire da questo vasto tessuto associativo”. Di qui la richiesta che “il nostro contributo di competenze, passioni e progetti sia riconosciuto e ci renda protagonisti attivi nel processo di valorizzazione e rinascita culturale post-pandemica della nostra amata città” e la disponibilità a individuare con le istituzioni “forme di ripresa delle attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria”.

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