Papa Francesco: motu proprio, “alla Santa Sede competenza su assenso a nuove forme di vita consacrata nelle Chiese orientali”

“Alla Sede Apostolica compete sia di accompagnare i pastori nel processo di discernimento che conduce al riconoscimento ecclesiale di un nuovo Istituto o di una nuova Società di diritto eparchiale, sia l’ultimo giudizio per saggiare l’autenticità della finalità ispiratrice”. Lo stabilisce Papa Francesco nel motu proprio con cui dispone la modifica dei canoni 435 §1 e 506 §1 del Codice dei Canoni delle Chiese orientali. Il documento è analogo nella forma e nella sostanza a quello reso noto lo scorso 4 novembre, Authenticum charismatis, con il quale Francesco aveva disciplinato la stessa materia per ciò che riguarda il Codice di Diritto canonico della Chiesa latina.
Nel testo della nuova lettera apostolica, il Papa cita il decreto Perfectae caritatis, in base al quale nell’accogliere le diverse forme di vita consacrata sono “specialmente i pastori delle Chiese particolari” a regolarne la pratica e a costituirle in “forme stabili di vita”, evitando tuttavia che “sorgano imprudentemente istituti inutili o sprovvisti di sufficiente vigore”.
Il Pontefice dispone la promulgazione del motu proprio tramite pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore l’8 dicembre 2020.

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