Germania: si apre oggi a Lindau la 1ª Assemblea su donne di Religions for peace. “Invisibili” svolgono un ruolo “essenziale e necessario” soprattutto nelle crisi

Si apre oggi a Lindau (Germania) la 1ª Assemblea su “Donne, fede e diplomazia: mantenere la fede e trasformare il domani” promossa da Religions for peace in collaborazione con la fondazione “Ring for peace”. Alla convention, che si concluderà il 13 novembre, parteciperanno in video conferenza oltre 1.000 rappresentanti di induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo, islam e altre religioni. A loro si uniranno nelle discussioni anche diplomatici e rappresentanti della società civile, dei governi e delle istituzioni accademiche. I lavori saranno aperti oggi pomeriggio da Azza Karam, segretario generale di Religions for Peace, dal rev. Kosho Niwano, presidente designato del movimento buddista Rissho Kosei-Kai, e dal metropolita Emmanuel di Francia (Patriarcato ecumenico). Sono previsti anche due video messaggi di saluto della cancelliera tedesca Angela Merkel e del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il programma si concentrerà su temi chiave relativi alla pace e alla sicurezza (mediazione e riconciliazione), i diritti umani (incluse la violenza di genere e la tratta di esseri umani) e lo sviluppo (cambiamenti climatici e educazione interreligiosa). “Le donne – si legge nella presentazione dell’Assemblea – subiscono in modo sproporzionato le conseguenze di conflitti violenti, povertà, mancanza di istruzione e restrizioni alle loro libertà (inclusa la libertà di pensiero, di coscienza e di religione). Eppure, sono le prime a rispondere a situazioni di disordini sociali e politici”. Soprattutto in situazioni di crisi, le donne sono coloro che non solo “forniscono i servizi necessari” ma sono anche in prima linea nell’educazione alla resilienza. “Tuttavia – osservano i promotori della conferenza – le loro storie, le loro conoscenze e competenze sono poco conosciute dai media tradizionali, dai governi e negli spazi in cui vengono prese le decisioni”. Anche “il ruolo della fede nella vita pubblica e il contributo specifico delle donne di fede rimangono sotto-rappresentati e persino invisibili nella diplomazia e nel processo decisionale”. Ciò che dall’Assemblea di Religions for peace quest’anno vuole emergere è pertanto “un nuovo modello di diplomazia” dove le donne possano esprimere pienamente se stesse nella loro capacità a tessere relazioni. “Una diplomazia rinnovata e urgente, disperatamente necessaria in questo momento di pandemia globale, dove le sfide più urgenti del mondo diventano sempre più interconnesse”. Domani, alle 18.30, si terra una cerimonia interreligiosa della luce: i partecipanti alla conferenza inviteranno, in particolare i cittadini di Lindau, ad accendere una candela alle finestre come segno visibile di pace e unità. Info: https://rfp.org.

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