Coronavirus Covid-19: in Africa occidentale e centrale solo 7 Paesi su 24 riaprono le scuole. Unicef, “dare priorità all’istruzione”

“Dare priorità all’istruzione nei piani di ripresa dal Covid-19 per ridurre l’impatto negativo della crisi legata al Covid-19 sui bambini e sulle economie nazionali”. È l’appello lanciato oggi dall’Unicef ai ministeri dell’Istruzione e della Finanza considerato che in Africa occidentale e centrale, a 6 mesi dall’inizio della pandemia che ha costretto tutti i Paesi a chiudere le scuole come risposta tra le misure governative di lockdown, solo 7 nazioni su 24 nella regione – Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Ciad, Congo, Guinea Equatoriale e Sierra Leone – sono in grado di riaprire le scuole agli alunni per il nuovo anno 2020-2021.
“L’Unicef – si legge in una nota – chiede ai restanti 17 Paesi di accelerare gli sforzi per rendere le scuole pronte a una riapertura in sicurezza, garantendo acqua e servizi igienico-sanitari, rendendo disponibili spazi per l’apprendimento sicuri e utilizzando approcci all’apprendimento misti”. “È fondamentale che tutti i governi assicurino che ogni bambino, soprattutto i più esclusi e marginalizzati, comprese le ragazze e i bambini con disabilità, possa tornare a scuola in sicurezza e che i paesi ricostruiscano meglio di prima e raggiungano i bambini lasciati indietro prima della pandemia per includerli nelle opportunità di apprendimento”. Prima della pandemia, nella regione, 41 milioni di bambini e adolescenti erano fuori dalle scuole e almeno il 48% degli studenti non ha avuto accesso all’apprendimento da remoto durante la chiusura.
Per Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia, “è necessario aprire le scuole ai bambini e agli adolescenti che sono rimasti fuori, fornendo percorsi di apprendimento alternativi e intensivi, per rompere il ciclo di disuguaglianza nell’istruzione e nell’economia africana. Mantenere un bilanciamento tra l’apprendimento digitale e l’apprendimento a scuola fornirà la flessibilità e la sicurezza di cui i bambini hanno bisogno durante questo periodo di transizione”.

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