Diocesi: Prato, questa sera l’ostensione del Sacri Cingolo preceduta dal Corteggio storico per le strade del centro cittadino

Prato nel segno di Maria, con la volontà di affrontare in modo costruttivo e unitario il presente e il futuro della città. È il messaggio che questa mattina arriva dalla cattedrale di Santo Stefano nel giorno dell’8 settembre, la festa più cara ai pratesi. Al termine del solenne pontificale, celebrato nel giorno della Natività di Maria, come da tradizione il Comune di Prato ha donato alla diocesi i ceri per illuminare la Cappella del Sacro Cingolo, dove da secoli viene custodita la Sacra Cintola, la cintura che la tradizione vuole sia appartenuta alla Madonna. Sul sagrato della cattedrale, a nome dell’Amministrazione comunale, ha parlato il commissario straordinario Claudio Sammartino. “Abbiate fiducia – ha detto Sammartino rivolgendosi alla comunità cittadina – le istituzioni sono presenti e sono più che mai laboriosamente attive e lavorano, lavoriamo per voi, per il bene comune, nel vostro interesse, come ci chiede la Costituzione. In questi momenti il contributo e l’apporto di tutti è fondamentale, determinante per il futuro di questa comunità, il contributo di ogni persona, famiglia, imprese, di organismi, di ogni settore della società pratese è cruciale e prezioso”. Il giorno della festa è iniziato con la celebrazione del pontificale. A presiederlo il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, ha invitato mons. Giovanni Roncari, vescovo emerito di Grosseto e Pitigliano-Sovana-Orbetello. La messa solenne è stata concelebrata dal clero diocesano. Nelle prime file erano presenti le autorità cittadine e i rappresentanti dei Comuni del territorio diocesano. All’inizio della celebrazione mons. Nerbini ha auspicato che “la festa ci veda solleciti a fare la volontà di Dio in ogni circostanza, proprio come ha fatto Maria”. Nell’omelia, mons. Roncari ha parlato di speranza, in un tempo come quello di oggi, segnato dalla guerra e dalle violenze, quanto mai necessaria. Il presule ha poi invitato a distinguere tra speranza e illusione, dove quest’ultima è “certamente desiderare il bene, ma non assumere la fatica della ricerca e della costruzione”. Mentre la speranza deve essere fondata “sulla persona e sulla parola di Cristo”. Infine un pensiero sulla “diffusa violenza nei nostri rapporti anche quotidiani”, segnati da “una esasperata autoreferenzialità e individualismo”. Per mons. Roncari “non dobbiamo rassegnarci, ma credere che essere miti e pacifici è una vera opera di giustizia e speranza. E per questo collaborare con tutti gli uomini e donne di buona volontà”. Poi il vescovo ospite ha mostrato la Sacra Cintola ai fedeli presenti in cattedrale, in particolare ai disabili, accompagnati dall’Unitalsi. La festa dell’8 settembre è una delle cinque ricorrenze annuali nelle quali Prato rende omaggio alla Sacra Cintola di Maria, la preziosa reliquia simbolo della città. Nei giorni scorsi, in preparazione a questo appuntamento, in cattedrale si sono svolti i pellegrinaggi compiuti dalle parrocchie e dalle associazione cattoliche. La Sacra Cintola, solitamente visibile il giorno della Natività di Maria e quello della vigilia, in occasione dell’Anno giubilare che stiamo vivendo, è stata mostrata ai fedeli a partire dal primo settembre.  Questa sera è in programma la solenne ostensione della Sacra Cintola, officiata da mons. Nerbini. Il secolare rito è preceduto da un’altra tradizione molto amata dai pratesi: il Corteggio storico. Alle 20, dopo i rintocchi della campana di Palazzo Pretorio, il gonfalone del Comune di Prato darà il via alla partenza del corteo per le vie e le piazze del centro, al quale prenderanno parte i gruppi storici del territorio pratese e delle province limitrofe. L’arrivo è in piazza Duomo, dove saranno collocate cinquecento sedie per il pubblico e due maxischermi. L’ostensione della Sacra Cintola, intorno alle 22,30, chiuderà la giornata di festa.

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