Brasile: Rio Grande do Sul, superati i 40 morti per il maltempo. Due vescovi al Sir, “alcuni paesi non esistono più. La Chiesa ha aperto le sue strutture”

Sale a 41 il numero provvisorio dei morti provocati dal Il ciclone extratropicale che ha colpito vaste aree dello Stato brasiliano del Rio Grande do Sul. “Ma i dispersi sono oltre cento, i numeri sono destinati a salire”, afferma al Sir dom Leomar Antônio Brustolin, arcivescovo di Santa Maria e presidente della Regione Sud 3 (che corrisponde al territorio del Rio Grande do Sul) della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb).
Prosegue il vescovo: “Il maltempo ha distrutto specialmente due piccoli paesi, Roca Sales e Muçum, entrambi nella valle del fiume Taquari. Questi due paesi sono andati totalmente distrutti; i loro abitanti sono quasi interamente discendenti di emigranti italiani, arrivati qui nel diciannovesimo secolo. La situazione è davvero molto difficile, non solo sono state distrutte le abitazioni, ma anche sono andati perduti il mercato, la farmacia, vari servizi pubblici. Tutta la vita è stata toccata. Manca l’energia elettrica. L’acqua sta scendendo lentamente, ma continua a piovere e non sappiamo come andrà nei prossimi giorni”.
Spiega ancora dom Brusolin: “Sulle sponde del fiume Tacuari ci sono settanta paesi, questa è considerata la tragedia più grande della storia del Rio Grande do Sul, non si era mai visto nulla del genere. Numerosi organismi civili, ecclesiali, stanno organizzando una campagna di solidarietà e sappiamo che i brasiliani sanno essere molto solidali. Il Governo federale e quello statale sono impegnati ad affrontare la situazione, la Chiesa si è mobilitata e ha promosso una campagna. La gente dovrà senza dubbio attendere del tempo per tornare nelle città e ricostruire, ma nei piccoli paesi la maggior parte della popolazione ha perso la propria casa, ha perso tutto. Stiamo aprendo i nostri spazi, le chiese, i saloni parrocchiali, gli oratori e le scuole. Chiediamo a Dio che ci aiuti ad apprendere la cura del creato e la solidarietà”.
Il Sir ha raccolto anche la testimonianza di dom Carlos Rômulo Gonçalves e Silva, vescovo di Montenegro, reduce da una visita a Roca Sales, che fa parte della sua diocesi, e di altre zone colpite. “Il fenomeno atmosferico del Niño, sul Pacifico, ha conseguenze su tutto il continente, tutto è connesso, come dice il Papa. Sono cadute piogge torrenziali senza precedenti, che hanno colpito i territori della mia diocesi, Montenegro, di Caxias do Sul e di Santa Cruz do Sul. Roca Sales, che appartiene alla nostra diocesi, in pratica non esiste più, così come il municipio di Muçum. Ma molti piccoli paesi hanno riportato gravi danni, ci sono tantissime persone rimaste senza un tetto, hanno perso le loro cose. Anche le strutture economiche sono completamente compromesse”.
Come spesso accade in questi casi, c’è anche l’altro lato della medaglia. “La solidarietà si sta manifestando in modo davvero impressionante, la gente si sta dando da fare, ci sono moltissimi volontari, anche con l’appoggio dei mezzi di comunicazione e naturalmente delle Istituzioni locali. La Chiesa è presente, si dimostra, come dice il Papa, ospedale da campo. Molti laici sono impegnati, in collaborazione con i poteri pubblici locali. Abbiamo aperto molti spazi di accoglienza, stiamo cercando di provvedere all’assistenza alimentare, fisica, psicologica e medica. Naturalmente, sappiamo che si tratterà di una ricostruzione lunga e difficile, dal punto di vista delle strutture, ma anche umano e psicologico. Sarà necessario un grande sforzo da parte delle Istituzioni pubbliche e della società civile”.

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