Terra Santa: Chiese ortodosse porgono gli auguri di Pasqua ai francescani della Custodia. “Condanna della violenza in atto in Terra Santa”

(Foto Custodia Terra Santa)

Nel rispetto dello Status Quo, anche quest’anno si è ripetuta la tradizionale visita ai frati e al Custode di Terra Santa da parte delle chiese cristiano-ortodosse presenti a Gerusalemme per gli auguri di Pasqua. Martedì 11 aprile la Custodia di Terra Santa ha aperto le porte del convento di San Salvatore per accogliere le delegazioni delle varie comunità cristiane di Gerusalemme: i greci ortodossi, guidati dal Patriarca Teofilo III; i copti ed i siriaci ortodossi, rappresentati rispettivamente dall’arcivescovo Antonious ed il vescovo Jakub Jack; la delegazione degli etiopi ortodossi, con a capo il padre Gebre Selassie. Dopo aver ricevuto gli etiopi, i frati e il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, si sono diretti verso il patriarcato greco-cattolico, dove a riceverli vi era il vescovo melchita Jules Zire’ai, che ha parlato a nome del vicario patriarcale mons. Yaser Al-Ayyash. Nel pomeriggio, a fare visita a San Salvatore è stato il turno delle delegazioni del patriarcato latino, guidata dal patriarca Pierbattista Pizzaballa, e di quella armeno-ortodossa, con a capo il grande sagrestano, Sevan Gharibian. Tutti i rappresentanti delle Chiese di Gerusalemme, oltre a porgere gli auguri di Pasqua, hanno espresso “rammarico e preoccupazione per la stagione di violenza che si sta vivendo in questi mesi in Terra Santa. Un odio che non risparmia purtroppo neppure la piccola comunità cristiana, la quale è stata di recente bersaglio di diversi attacchi tutt’altro che estemporanei. Ogni esponente ha condannato con fermezza questa spirale di violenza e ha ribadito la propria volontà a non indietreggiare di fronte alle intimidazioni”. Nel superare questo clima di ostilità verso i cristiani di Terra Santa, “così come tutte le ingiustizie e le sofferenze che colpiscono l’umanità”, il Custode ha ricordato che “dobbiamo saper ricevere i doni pasquali della pace e della riconciliazione perché da essi proviene la missione di riconciliazione della Chiesa. Solo facendo nostra e testimoniando l’essenza della Pasqua è possibile superare la contraddizione tra il mistero che celebriamo e la realtà in cui siamo immersi. La tomba vuota è l’origine della nostra speranza e ci invita a essere testimoni di Cristo risorto verso il mondo intero”. Quella degli auguri, spiega il sito della Custodia, di “una pratica che va al di là del protocollo, in quanto rappresenta una rara occasione per le diverse comunità cristiane di Gerusalemme di incontrarsi, aggiornarsi e vivere insieme un fraterno momento di convivialità propiziato dallo scambio degli auguri. L’occasione è stata la Pasqua, che i cattolici hanno festeggiato la scorsa domenica 9 aprile”. I cattolici seguono il calendario gregoriano, mentre le chiese cristiane ortodosse utilizzano quello giuliano che quest’anno fa ricorrere il giorno di Pasqua esattamente una settimana dopo rispetto a quella dei cattolici. Tale differenza cronologica implica che, per reciprocità, tra sette giorni saranno i frati a visitare i patriarcati ortodossi per gli auguri di Pasqua.

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