Processo in Vaticano: sabato 16 dicembre la sentenza

La sentenza del processo in corso in Vaticano per gli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra arriverà sabato prossimo, 16 dicembre. E’ stato annunciato al termine dell’udienza odierna, l’85ma, dedicata alla controreplica delle difese, dopo che ieri avevano replicato sia l’accusa che le parti civili. “Non ho sentito repliche o argomenti da parte del Promotore di Giustizia”, ha detto uno dei due legali del cardinale Becciu, Fabio Viglione, secondo quanto ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani: “alcuni elementi sono stati addirittura sintetizzati a mo’ di caricatura”, ha aggiunto a proposito della replica del Promotore di Giustizia vaticano, Alessandro Diddi, di cui ha denunciato” la pochezza di argomentazioni”. “Non esiste alcune campagna di stampa” del cardinale Angelo Becciu, ha poi affermato il legale contestando quanto detto dal pm: “anzi, contro di lui c’è stata un’aggressione mediatica a livello planetario”. Viglione ha inoltre contestato il fatto che Diddi abbia definito il memoriale di mons. Perlasca la “pietra angolare” del processo: “Non è stata la pietra angolare – ha puntualizzato – ma la pietra miliare da cui sono partiti determinati percorsi accusatorii, facendo capire a Perlasca che la sua salvezza dipendesse da quel memoriale. Perlasca non è il grande accusatore, ma colui che consente di far entrare il cardinale Becciu nel processo”. A parere di Viglione, inoltre, il procedimento che si concluderà sabato prossimo ha dimostrato che “in tutti gli investimenti il cardinale Becciu non ha mai assunto un provvedimento che non fosse in linea con quello che gli aveva preparato l’Ufficio, sia sotto il profilo dell’individuazione dell’investimento, sia sotto il profilo dello scrutinio”. Soffermandosi poi sulla vicenda Spes, Viglione ha fatto notare che “non c’è nessuna denuncia da parte di monsignor Pintor nei confronti della Famiglia Becciu” e che “le spese sono tutte documentate e nell’ordine della gestione di un luogo che fa del bene: ciononostante, si arriva a dire che il cardinale Becciu sia l’amministratore di tali beni”.

L’avvocato Maria Concetta Marzo, l’altro legale del cardinale Becciu, ha parlato dei fondi usati per gli investimenti, che sarebbero fondi dello Ior. “Non c’è nessuna prova – ha affermato – che non si potessero fare investimenti”, ha affermato citando una lettera firmata dal cardinale Parolin nel 2016 che confermava proprio la possibilità di usarli. “Non c’era nessun vincolo, e comunque il cardinale Becciu non era al corrente di alcun vincolo sulla destinazione di questi fondi”, ha precisato Marzo. L’avvocato Luigi Panella, difensore di Enrico Crasso, ha affermato che il promotore di Giustizia aveva “un’idea investigativa iniziale che ha determinato anche le dimissioni del cardinale Becciu”. In due anni di processo, secondo Panella, Diddi “non ha fatto altro che continuare a proporre la stessa idea, con un metodo quasi kafkiano” e attraverso “una rimozione e uno stravolgimento degli atti”, come nel caso dei 120 messaggi della Ciferri coperti da “omissis”. Anche le parti civili, per Panella, hanno deciso di seguire il Promotore di Giustizia “nella sua cavalcata che contraddice gli atti del processo, non tenendo conto degli atti emersi nel corso del procedimento”. Panella ha inoltre definito “di una portata devastante” i Rescripta emanati da Papa Francesco a inizio del processo, che a suo dire “modificano le norme sulla libertà personale e la comunicazione unicamente per questo processo”. Tutti i legali dei dieci imputati, intervenuti in aula, hanno chiesto l’assoluzione piena dei loro rispettivi assistiti, contestando le affermazioni dell’accusa.

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