Sinodo: p. Radcliffe, “non soccombere al modo di pensare politico-partitico”

“I doni più preziosi non si ottengono andando a cercarli, ma aspettandoli… Questo modo di guardare è, in primo luogo, attento. L’anima si svuota di tutti i propri contenuti per accogliere l’essere umano che sta guardando, così com’è, in tutta la sua verità”. Padre Timothy Radcliffe, nella sua meditazione alla sedicesima Congregazione generale del Sinodo sulla sinodalità, arrivato all’ultima settimana, ha citato Simone Weil per soffermarsi sull’importanza dell’anno che trascorrerà tra questa assemblea sinodale e quella conclusiva. “Questo è profondamente controculturale”, ha commentato il religioso: “La cultura globale del nostro tempo è spesso polarizzata, aggressiva e sprezzante delle opinioni altrui. Il grido è: Da che parte stai? Quando torniamo a casa, la gente ci chiederà: ‘Hai combattuto per la nostra parte? Ti sei opposto a quelle altre persone non illuminate?’. Dovremo pregare profondamente per resistere alla tentazione di soccombere a questo modo di pensare politico-partitico. Sarebbe come ricadere nel linguaggio sterile e arido di gran parte della nostra società. Non è la via sinodale”. “Il processo sinodale è organico ed ecologico piuttosto che competitivo”, ha spiegato Radcliffe: “È più simile a piantare un albero che a vincere una battaglia, e come tale sarà difficile da capire per molti, a volte anche per noi stessi! Ma se manteniamo le nostre menti e i nostri cuori aperti alle persone che abbiamo incontrato qui, vulnerabili alle loro speranze e alle loro paure, le loro parole germoglieranno nelle nostre vite e le nostre nelle loro. Ci sarà un raccolto abbondante, una verità più piena. Allora la Chiesa sarà rinnovata”. “La prima vocazione dell’umanità in Paradiso fu quella di essere giardinieri”, ha ricordato il religioso: “Adamo curava la creazione, condividendo le parole creative di Dio, dando il nome agli animali. In questi undici mesi, pronunceremo parole fertili e piene di speranza o parole distruttive e ciniche? Le nostre parole nutriranno il raccolto o saranno velenose? Saremo giardinieri del futuro o intrappolati in vecchi conflitti sterili? Ognuno di noi sceglie”.

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