Te Deum: mons. Tomasi (Treviso), “sarà pace quando non mancherà, e sarà accolto, il contributo di ciascuno al bene di tutti”

Nella messa di ringraziamento di fine anno con il canto del “Te Deum”, sabato 31 dicembre, il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha ricordato il Papa emerito, Benedetto XVI, “per il quale insieme siamo in preghiera”. Il presule ha ripreso le parole della sua omelia del Capodanno 2013, l’ultimo da pontefice di Papa Ratzinger: “Il fondamento della nostra pace è la certezza di contemplare in Gesù Cristo lo splendore del volto di Dio Padre, di essere figli nel Figlio, e avere così, nel cammino della vita, la stessa sicurezza che il bambino prova nelle braccia di un Padre buono e onnipotente”.
Molti i temi toccati dal vescovo nell’omelia, come il tempo di ascolto sinodale che la Chiesa sta vivendo, e temi di stretta attualità: la guerra in Ucraina e in molte altre parti del mondo, gli incidenti stradali e la sicurezza sul lavoro, la violenza sulle donne, la dignità dei migranti e di chi è discriminato, la crisi demografica, lo spazio dei giovani nella società. Ricordando l’importanza delle nostre relazioni, nelle quali “può splendere la bellezza della dignità infinita di ciascuno”, mons. Tomasi ha messo in luce alcune realtà, come le esperienze di ascolto sinodale fatte quest’anno e che continueranno anche nel 2023, auspicando che siano “benedizione” e “sentinelle di un cambio di passo e di stile nel nostro modo di essere Chiesa”.
Il vescovo, poi, ha fatto riferimento alla “dignità di ogni persona che va difesa sempre e comunque: penso a chi bussa alle porte della nostra civiltà, agli ammalati e a tutti coloro che hanno particolare bisogno di sostegno, a chi subisce ogni forma di discriminazione, alle donne vittime di violenza insensata”.
E poi il riferimento alla natalità, oggi in grave crisi, e ai giovani. “Una visione del mondo mossa dalla speranza nella possibilità del bene, darà alle giovani coppie il desiderio e la forza di donare ancora alla luce dei figli, e al mondo degli adulti la forza e la disponibilità di fare spazio nella società e nella Chiesa ai giovani, portatori di novità e gratuità”.
Il presule ha ricordato “la pace violata e tradita in Ucraina e in tante altre parti del mondo. Di fronte a tante sofferenze, che trovano causa e origine in decisioni degli uomini, rischia davvero di vacillare la speranza, o la fede nella benedizione. Ma proprio dove il limite è più evidente, e dove il male sembra essere più forte, dobbiamo affidarci alla forza della benedizione, della fiducia, della speranza, e pregare con convinzione per la conversione dei cuori che stanno sprigionando ingiusta violenza. Sarà pace quando non mancherà, e sarà accolto, il contributo di ciascuno al bene di tutti. Chiediamo la grazia di non cessare mai di fare la nostra parte”.

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